tag:blogger.com,1999:blog-13161603441756242502009-05-11T16:47:59.146+02:00Girando nei borghi italianiQuesta parte del sito è dedicata a chi vuole parlare del suo piccolo paese, delle manifestazioni, delle ricorrenze. Quindi scrivete e raccontate a tutti del vostro piccolo borghi italiano.
Per vedere gli interventi del mese cliccate sulgli archivi.Girando.ithttp://www.blogger.com/profile/13521314675493652382noreply@blogger.comBlogger305125tag:blogger.com,1999:blog-1316160344175624250.post-21144905198110025312009-05-11T16:47:00.001+02:002009-05-11T16:47:59.154+02:00SETTE CASSETTIMostra personale di Claudio Evangelista<br /><br />ROMA – Cargo<br />7 – 21 maggio 2009<br />Vernissage 7 maggio a partire dalle ore 19.00<br /><br />I cassetti sono lo specchio dell’anima. Cosa può rivelare di noi uno sguardo casuale gettato in un cassetto? È intrigante e densa di curiosità e mistero la domanda che sta alla base della mostra personale “SETTE CASSETTI” di Claudio Evangelista, curata da Francesco Paolo Del Re e ospitata a Roma negli spazi del Cargo (via del Pigneto 20) dal 7 al 21 maggio. <br />L’inaugurazione della mostra ha luogo giovedì 7 maggio a partire dalle 19.00, nell’ambito della programmazione dell’aperitivo-vernice Rocketto al Cargo, locale punto di riferimento nell’isola pedonale del Pigneto, con selezioni musicali rock’n’roll. <br />“Sette cassetti” presenta al pubblico un ciclo di opere realizzate tra il 2008 e il 2009: sette oli su tela, che rappresentano sette ritratti di sette persone attraverso i rispettivi cassetti, e due dipinti a smalto su carta, autoritratti dell’artista, sempre in forma di cassetto.<br /><br />“Il cassetto è il regno dell’accumulo, dell’ordine o della confusione – scrive il curatore Francesco Paolo Del Re –. Si affolla di cose varie, utili o inutili: cose che usiamo di frequente e teniamo a portata di mano, cose che non usiamo ma crediamo possano tornarci utili e cose che semplicemente scordiamo. È un interstizio di desiderio. Uno spazio da abitare. Forse uno schema di noi, della nostra intimità, dei nostri pensieri, del nostro modo di ragionare, di comportarci e di usare gli oggetti. È un simulacro di casa e lo abitano oggetti come organi e tessuti all’interno di un corpo. Proprio come un corpo, un cassetto vive di una vita interna, intima, segreta, affascinante, che forse possiamo spiare, dandocene l’occasione e usando la dovuta attenzione. Lo sguardo del pittore-voyeur è uno sguardo umano, non impersonale, si proietta dall’alto verso il basso. È lo sguardo di qualcuno che guarda per curiosare o cercare o entrambe le cose insieme, registrazione di un ritrovamento casuale, che ripetiamo infinite volte nel corso di una vita senza darvi peso. È un occhio, quello dell’artista, che filtra, sceglie, si appassiona, segue appetiti, come è proprio della sua produzione di immagini trasformate in ricombinazioni di forme pittoriche. Ma la rappresentazione di Claudio Evangelista non vuole essere oggettiva e naturalistica. I suoi cassetti perdono infatti tridimensionalità e volumetria per offrirsi al visitatore della mostra come immagine bidimensionale, appiattita. Espediente, questo, per collezionare campiture di colore, porzioni di percezione selezionate nel flusso casuale dell’esistenza solo perché racchiuse tra le quattro pareti di un cassetto”.<br /><br />INFORMAZIONI TECNICHE:<br />TITOLO: SETTE CASSETTI<br />A CURA DI: Francesco Paolo Del Re<br />ARTISTI: Claudio Evangelista<br />SEDE: Roma, Cargo, via del Pigneto 20<br />DATE: Dal 7 al 21 maggio 2009<br />BIGLIETTI: INGRESSO GRATUITO<br />VERNISSAGE: 7 maggio, a partire dalle 19.00<br />INFO: tel. 389.8060651 - aloa@claudioevangelista.it - www.claudioevangelista.it<div class="blogger-post-footer"><script type="text/javascript"><!--
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Con una sola voce, siamo uniti nel nostro impegno per il dialogo interreligioso ad aprire più sentieri per una maggiore comprensione, e a riconoscere e a rafforzare continuamente l'importante rapporto tra cattolici ed ebrei in tutto il mondo”.<br /><br />“E quale posto migliore per riaffermare questo impegno della Terra Santa di Israele, un luogo che entrambe le religioni custodiscono come parte di un'eredità condivisa?”, aggiunge il testo firmato dai rabbini, che termina augurando "B’shalom".<br /><br />Dopo le firme, una nota dice: “Per sapere di più della trasformazione delle relazioni ebraico-cattoliche, dalla storica Nostra Aetate del XX secolo alle risorse del XXI secolo, visitare The Center for Interreligious Understanding su www.faithindialogue.org".<br /><br /><br /><br />NOTIZIE BIOGRAFICHE JACK BEMPORAD<br />Il rabbino Jack Bemporad, trasferitosi a sei anni dall'Italia negli Stati Uniti per sfuggire all'Olocausto, è stato al centro di molti dei negoziati per migliorare le relazioni tra cristiani ed ebrei.<br />Tra le altre cose, nel 1992 ha lavorato con il Cardinale Johannes Willebrands e con il Cardinale Edward I. Cassidy per aiutare a garantire piene relazioni diplomatiche tra il Vaticano e lo Stato di Israele. Nel 1999 ha pronunciato a San Pietro un discorso alla Conferenza vaticana sulle Relazioni Interreligiose davanti a 50.000 persone, tra cui Papa Giovanni Paolo II, il Dalai Lama e leader religiosi di tutto il mondo.<br />Nel 2003 è stato l'autore principale della dichiarazione emessa a nome delle religioni mondiali in un simposio vaticano sulle “Risorse spirituali delle religioni per la pace”.<br />Per i suoi sforzi per promuovere il dialogo interreligioso ha ricevuto il prestigioso Premio Luminosa del Movimento dei Focolari e riconoscimenti dalla Fondazione Raoul Wallenberg e dalla Pave The Way Foundation.<br />Attualmente Bemporad è docente di Studi Interreligiosi presso l'Angelicum di Roma.<br /><br />UNITED IN OUR AGE:<br /><br />“Since the spiritual patrimony common to Christians and Jews is thus so great, this sacred synod wants to foster and recommend that mutual understanding and respect which is the fruit, above all, of biblical and theological studies as well as of fraternal dialogues.” <br />- Nostra Aetate<br />Second Vatican Council, 1965 <br /><br /><br />To His Holiness Pope Benedict XVI: <br /><br />In this spirit, we – Rabbis and Jewish leaders -- warmly welcome you and your mission of peace to Israel. With one voice, we are united in our commitment to interreligious dialogue, to opening more paths to increased understanding, and to continually recognize and strengthen the important relationship between Catholics and Jews worldwide.<br /><br />And where better to reaffirm that relationship, than in the Holy Land of Israel, a place both religions treasure as part of a shared heritage.<br /><br />Peace be with you, <br />B’shalom,<br /><br />Signatures<br /><br /><br />To learn more about the transformation of Catholic-Jewish relations, from the historic 20th century Nostra Aetate to 21st century ways forward, visit: The Center for Interreligious Understanding at www.faithindialogue.org<div class="blogger-post-footer"><script type="text/javascript"><!--
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Ascoli la città di travertino, delle 18 chiese romaniche e dei palazzi, leggero come merletto, morbido e cangiante per il gioco mutevole di luce, città dall’atmosfera intima, dal fascino esclusivo racchiusa in un paesaggio tra i più belli d’Italia, fuori dai consueti itinerari di massa. Ad Ascoli l’aspetto più intrigante è forse l’intreccio di un doppio registro visivo ed estetico: raffinati palazzi rinascimentali e severe torri medievali (Ascoli è conosciuta anche come la città delle 100 torri: da fare la passeggiata di via delle Torri tra botteghe artigiane di ceramisti e liutai, tradizione settecentesca, quest’ultima), piazze scenografiche, veri e propri salotti cittadini come piazza del Popolo, tra le più belle d’Italia (“è una piazza e una sala al tempo stesso”, scriveva Cesare Brandi) con l’elegante loggia dei Mercanti e piccole rue dagli scorci suggestivi dove il tempo sembra rimasto fermo, vecchie botteghe artigiane e locali dal design contemporaneissimo. Ma Ascoli oltre ad essere una città di grande cultura, un luogo della memoria, è soprattutto una città del bon vivre: antiche dimore trasformate in residenze di charme, caffè storici come il Meletti, trionfo del liberty e vera istituzione cittadina dove ogni giorno per intellettuali ed artisti si rinnova il rito della lettura dei giornali di primo mattino o di un sorso della famosa anisetta più tardi, una cucina sontuosa e felice come emblematicamente sintetizzata dalla tradizione dei fritti, a cominciare dalle olive. <br />Oltre la preziosa e quasi segreta Ascoli Piceno, ecco però anche alcuni percorsi ancora meno conosciuti tra arte, artigianato ancora autentico, buona cucina di territorio, ottimi vini e soprattutto paesaggi di grande piacevolezza e spesso assai ben conservati.<br />Appena fuori il capoluogo lo sguardo si posa su ampie vallate in un continuo saliscendi di dolci colline, fino ai monti dell’Appennino, attraverso una terra fatta di campi ben arati, messi e vigneti, frutteti e casolari disseminati ovunque, borghi in cima ai colli dai quali si abbraccia insieme il mare e i monti lungo linee armoniche e morbide ondulazioni che rimandano proprio ai dipinti di Pericoli. <br />Un paesaggio dalla natura dolce e amica, avvolgente come impreziosita dal continuo imbattersi in piccoli, gentili, centri storici con un impianto urbano ricorrente. Quelle piccole piazze salotto, luoghi chiusi, preziose scenografie urbane ogni volta diverse e sorprendenti, metafora suggestiva di piccole comunità dai caratteri distinti. Ecco la semplicità raccolta delle piazze di Monterinaldo e Moresco. E poi l’insolita piazza triangolare di Offida, dall’asimmetrica armonia. Tra le piazze centrali e le antiche cinte murarie, talvolta anche ben conservate, come nei casi di Acquaviva Picena, Offida, Ripatransone, tante le residenze signorili, talvolta annunciate da torri come ad Ascoli. Torri e torrette ovunque, anche nei piccoli, arroccati centri storici raccolti come vere e proprie fortezze, tra alta collina e montagna e che man mano nei secoli si sono aperti verso la costa, Piccole città alte di mare poste sulle colline che gentili scendono verso la valle del Tronto, come la splendida Torre di Palme, San Benedetto Alta, Cupra Marittima, Grottammare, luogo di villeggiatura très chic dal primo Novecento con un lungomare tutto palme e oleandri e una lunga teoria di villini liberty a decorazioni floreali. Una stagione artistica particolarmente intrigante quella del liberty marchigiano da scoprire tra ville, dimore, case tra mare e collina di questa zona. Un fascino fatto di sottili eleganze. <br /><br />DOVE DORMIRE<br />HOTEL RESIDENZA 100 TORRI<br />Via Costanzo Mazzoni, Ascoli Piceno<br />Telefono 0736-255123<br />Prezzi: 200 euro doppia con prima colazione<br />Hotel di charme a quattro stelle nato nelle scuderie di un palazzo nobiliare del ‘700. Calda atmosfera originaria e moderno design.<br /><br />HOTEL PALAZZO GUIDEROCCHI<br />Via Cesare Battisti, 3 Ascoli Piceno<br />Telefono 0736-244011<br />Prezzi: da 70 a 160 euro con prima colazione a seconda della tipologia delle stanza<br />A pochi passi da Piazza del Popolo, un prestigioso albergo, elegante e suggestivo.<br /><br />ALBERGO PICENO<br />Via Minucia, 10 Ascoli Piceno<br />Telefono 0736-253017<br />Signorile palazzo settecentesco tra Piazza Arringo e Piazza del Popolo. Antica bellezza ma anche modernità di servizi e ricercatezza.<br />Prezzi: doppia con prima colazione a partire da 100 euro<br /><br /><br /><br />DOVE MANGIARE<br />VILLA CICCHI<br />Abbazia di Rosara, Ascoli Piceno<br />Telefono: 0736-252272<br />Prezzi: 35 euro vini esclusi<br />In una dimora del Settecento con mobili d’epoca, affreschi, decori o in giardino, cucina di tradizione assai curata. Ottimi fritti<br /><br />RISTORANTE LA LOCANDIERA<br />Via Goldoni, 2 Ascoli Piceno<br />Telefono: 0736-250708<br />Prezzi: 23-35 euro vini esclusi<br />Trattoria rilassante con piatti di antiche ricette. In cucina vengono utilizzate materie prime in alternanza con le stagioni. <br />SHOPPING<br />Ceramiche Lazzarotti<br />Via dei Soderini 3, Ascoli Piceno<br />Telefono: 0736/254915<br />Piatti con vedute della città ma anche nature morte, calici, coppe con motivi bizantineggianti.<br /><br />Ceramiche Cordivani<br />Via dei Cappelli 1, Ascoli Piceno<br />Telefono: 07367254480<br />Un vero artista, estroso e pieno di fantasia la stessa che si ritrova nei grandi vasi, nei piatti, nei quadri di ceramica.<br /><br />Liutaio Castelli<br />Lungo Tronto Bartolomei 7, Ascoli Piceno<br />Telefono: 0736/259126 <br />Nella sua bottega c’è ancora tutto il feeling di una tardizione ascolana che risale al Settecento<br /><br />Gastronomia Migliori<br />Piazza Arringo 2, Ascoli Piceno<br />Telefono: 0736/250042<br />Olive di tutti i tipi: in salamoia, ripiene da friggere, già fritte, appena uscite dalla padella e servite al cartoccio.<br /><br />Enoteca Regionale Vinea<br />Via Giuseppe Garibaldi 75, Offida (AP)<br />Telefono: 0736/880005<div class="blogger-post-footer"><script type="text/javascript"><!--
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Non era una profeta nel senso biblico del termine, ma era forse più un rabdomante perché aveva una straordinaria capacità nel capire. Ancora oggi Montanelli è così attuale da essere un punto di riferimento per i giovani. Il Paese è in ritardo nei suoi confronti>>. Così Sergio Zavoli, presidente della commissione vigilanza RAI ha ricordato Indro Montanelli in occasione dell’inaugurazione della mostra in onore del centenario della nascita del giornalista toscano che si è aperta questa mattina a Fucecchio, nella sua città natale. <br /><br />La mostra (dal 22 aprile al 13 settembre) “Indro Montanelli, la vita, le opere i luoghi”, percorso fotografico, bibliografico e documentario sul giornalista toscano, organizzata dal Comune di Fucecchio, dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del Centenario della nascita di Indro Montanelli (1909-2001) e dalla Fondazione Montanelli Bassi, intende ripercorrere la biografia di Montanelli sullo sfondo della storia del Novecento, di cui è stato uno dei massimi testimoni con i suoi numerosi reportages e i suoi libri. In esposizione fotografie, giornali, riviste, libri nella varie edizioni – anche quelle più rare - oggetti personali, lettere inedite come i pizzini scritti dal carcere alla moglie, che documentano i vari capitoli della biografia montanelliana.<br /><br /><<Quando ne parlo mi sembra di averlo ancora qui. – ha aggiunto Mario Cervi - Gli uomini come lui non se ne vanno mai. Ho la sensazione che sia avvenuta una grande riconciliazione postuma nel Paese dopo la sua morte; tutti si sono accorti che era un punto di riferimento straordinario. Ci manca>><br /><br /><<Come Prezzolini, Indro ci avrebbe diffidato dal celebrare questo evento. – ha aggiunto in un messaggio inviato alla Fondazione Montanelli Bassi, Ferruccio De Bortoli - Certo che gli avremmo disubbidito>>.<br /><br />Il percorso biografico della mostra è arricchito da documenti giornalistici che illustrano lo sfondo storico entro il quale sono stati realizzati le immagini e i testi presentati, oltre agli arredi dei due studi che il giornalista aveva a Milano e a Roma e che sono stati trasferiti a Fucecchio dopo la sua morte.<br /><br />Gli incontri<br /><br />Al percorso biografico si affiancano altre sequenze in grado di illustrare non soltanto le numerose opere prodotte da Montanelli nelle varie forme espressive e di comunicazione (teatro, cinema, televisione), ma anche le relazioni personali e professionali da lui intrattenute nel corso del XX secolo. Un ampio spazio è, infatti, pertanto riservato agli “Incontri”, con foto e filmati dedicati alle personalità del mondo politico, culturale e dello spettacolo.<br /><br />Una sezione è dedicata a ritratti e caricature di Montanelli eseguiti da noti artisti e vignettisti, come Forattini, Fremura, Guttuso, Caruso, Manzi, Pericoli e altri. <br /><br />I libri<br /><br />Ancora uno spazio speciale è riservato ai “libri di Montanelli” accompagnati da dediche, da lettere o biglietti autografi di cui sarà esposta una selezione per documentare le relazioni personali intrattenute da Montanelli e dalla moglie Colette Rosselli.<br /><br />La città natale<br /><br />Infine il rapporto tra Montanelli e la sua città natale con la presentazione dei documenti fotografici e video che ricordano le visite del giornalista a Fucecchio e i luoghi della città e del territorio, a cui Montanelli era particolarmente legato: il centro storico, le colline delle Cerbaie e il Padule. <br /><br />Il francobollo speciale e l’accordo con RAI teche<br /><br />In occasione della presentazione della mostra è stato effettuato l’annullo speciale del francobollo commemorativo del Centenario emesso da poste italiane, ed è stato presentato la convenzione con la quale Teche Rai affida alla Fondazione Montanelli Bassi copie dei materiali audiovisivi relativi a Indro Montanelli conservati negli archivi Rai. <br /><br />La mostra è aperta dal mercoledì al venerdì 10-13 e sabato e domenica, 10-13/16-19. Per tutte le informazioni www.centenariomontanelli.it.<div class="blogger-post-footer"><script type="text/javascript"><!--
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Tutto è pronto per “Sapori delle Crete Senesi”, la tradizionale manifestazione organizzata dall’amministrazione comunale con lo scopo di promuovere e valorizzare i prodotti tipici di questo angolo di Toscana, su tutti il pecorino delle Crete e il carciofo di Chiusure.<br />Dal 25 aprile al 21 maggio saranno dunque Chiusure, Arbia e Asciano ad accogliere un ricco calendario di appuntamenti tra mercatini, degustazioni, escursioni, mostre e spettacoli musicali e di intrattenimento.<br />Ad inaugurare la manifestazione, sabato 25 e domenica 26 aprile, appuntamento con “Chiusure in piazza” per celebrare tutto il gusto, la tradizione e la cultura racchiusi nel rinomato Carciofo di Chiusure. Per l’intero weekend l’associazione “Il Castello di Chiusure” apre lo stand gastronomico ed il mercatino di prodotti agroalimentari dove sarà possibile gustare il tradizionale carciofo di questo piccolo borgo che si erge tra calanchi e biancane. Giochi, mostre, poesia e musica in strada faranno poi da cornice fino a sera. Da non perdere, sabato 25 aprile alle 16.30, “Versi e controversi”, sonetti e improvvisazioni in versi della Compagnia Aresteatro e del Laboratorio del sonetto a cura di Francesco Burroni e, a partire dalle 18, “Giochi…di sapori” in un prezioso abbinamento del gusto tra carciofo e vino a cura della Fisar delegazione Valdichiana. Per la giornata di domenica 26 aprile appuntamento dalle 15 con l’esibizione del corpo bandistico della Società Filarmonica Giuseppe Verdi di Asciano e, dalle 15, “Una piazza in gioco”, animazioni di piazza e giochi artigianali per tutte le età a cura dell’associazione “Il Giuggiolo – Ingegneria del Buon Sollazzo”. Ancora divertimenti d’altri tempi protagonisti poi dalle 17.30 quando andrà in scena “Giochi di sapori…a misura di bambino. La merenda della nonna e i suoi racconti”. <br />Si rinnova poi l’appuntamento con il trekking alla scoperta degli angoli più nascosti ed affascinanti delle crete senesi. Sabato 25 aprile (ore 10) sarà infatti possibile una piacevole camminata dal centro di Asciano fino al cuore della festa a Chiusure ripercorrendo anche le tracce dei pastori. Domenica 26 aprile (ore 10) Mini trekking: Darwin a Chiusure, in occasione del bicentenario della nascita del grande naturalista inglese, una facile passeggiata a misura di bambino per scoprire i segreti naturali che si incontrano nelle Crete.<br />Domenica 3 maggio “Sapori delle Crete” si sposta ad Arbia, dove, a partire dalla mattina, i vicoli del paese saranno allietati dal mercatino straordinario in occasione della festa di Sant’Isidoro. Domenica 10 maggio appuntamento invece ad Asciano per una serie di eventi dedicati al re dei sapori del territorio: il pecorino delle Crete. A partire dalle 9 invaderanno corso Matteotti i banchi dedicati ai rinomati formaggi e ai diversi prodotti tipici del territorio grazie ad un’edizione speciale del Mercatino delle Crete. Da non perdere poi “La filiera del cacio: il prodotto”, una dimostrazione della lavorazione del formaggio dalla materia prima al prodotto finito. Nel pomeriggio (ore 17,30) è in programma “Giochi di…sapori”, degustazione guidata di pecorini e caprini delle Crete senesi abbinati ai vini locali.<br />Sapori che sposano la cultura ad Asciano con appuntamenti sabato 9 maggio alle 16 al Museo Cassioli con “Al Museo con Sherlock Holmes. Lettura animata per ragazzi” e sabato 16 maggio alle 16.30 al museo di Palazzo Corsoli con la tavola rotonda “Gli affreschi allegorici dell’antico Palazzo Bandinella ad Asciano” <br />Per l’intera durata della manifestazione, inoltre, grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale con Biancane S. C., Fisar – delegazione Valdichiana e i Ristoranti aderenti, sarà possibile degustare le “Crete a Tavola” nei cinque ristoranti che, ciascuno una sera a settimana, proporranno speciali menu a base di prodotti del ricco paniere delle Crete Senesi. (23 e 29 aprile – 7, 14 e 21 maggio)<br />Tra gli appuntamenti a corredo dell’edizione 2009 di “Sapori delle Crete” per grandi e piccini domenica 25 aprile e 11 maggio sarà possibile attraversare l’incantevole paesaggio delle Crete Senesi a bordo delle littorine d’epoca del Treno Natura.<br />Info:BiancaneServizi al Turismo<br />Tel. 0577 718811 – biancane@inwind.it<div class="blogger-post-footer"><script type="text/javascript"><!--
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Una collezione dispersa e smembrata dagli eredi per sanare la grave situazione debitoria che premeva alla morte del suo creatore, il Cardinale Giambattista Pallotta, avvenuta nel 1668.<br />Non è una storia come tante, quella presentata al pubblico da una nuova prestigiosa mostra curata da Vittorio Sgarbi a Caldarola (Mc), che si annuncia come un evento espositivo di prima grandezza nell’ambito dell’offerta di una regione, le Marche, sempre più attenta alla valorizzazione del suo patrimonio artistico, storico e culturale. <br />La mostra “Le stanze del Cardinale. Caravaggio, Guido Reni, Guercino e Mattia Preti per il Cardinale Pallotta”, catalogo SILVANA Editoriale, il cui Comitato Scientifico è presieduto da Denis Mahon e vede presenti tra gli altri Lorenza Mochi Onori, Livia Carloni, Stefano Papetti, con il coordinamento di Liana Lippi, è promossa dal Comune di Caldarola in collaborazione con la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Marche e il contributo di Regione Marche, Provincia di Macerata e Fondazione Carima. La mostra si tiene sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.<br />L’evento è destinato a fare di Caldarola un nuovo, intrigante “caso” artistico, dopo il successo, nel 2007, dell’esposizione dedicata a Simone De Magistris.<br />“Dal punto di vista della curiosità, dell’originalità e dell’importanza, questa mostra sarà un evento travolgente, di portata internazionale straordinaria – dichiara Vittorio Sgarbi -. Per la levatura dei pittori e per il sentimento di risarcimento che la muove, questa iniziativa è una delle più importanti mai fatte nelle Marche. Enorme è la soddisfazione di vedere tornare capolavori di maestri come Caravaggio nel luogo dove sono stati ospitati per la capacità formidabile del gusto collezionistico della famiglia Pallotta. Tutta l’Italia potrà vedere nelle Marche e in Caldarola un luogo dell’anima, dove ritrovare alcune tra cose straordinarie che l’arte italiana ha prodotto”.<br />Non è una quadreria come tante, quella che ha allietato le giornate del Cardinale Giambattista Pallotta nella sua superba dimora caldarolana, che fa ora da preziosa cornice all’esposizione così come era nell’antichità scrigno di tesori pittorici. A fare la differenza rispetto alle normali vicende dell’evoluzione delle collezioni d’arte storiche è il calibro dei pittori amati dal porporato, i maggiori artisti del Seicento, che vengono riuniti grazie a un attento lavoro di ricerca documentaria effettuata a Roma, Bologna e Caldarola e fatti rivivere grazie a importanti interventi di restauro, per restituire al pubblico di oggi il fasto di una stagione artistica di eccellenza.<br />A fare da collante fra le varie figure ed esperienze pittoriche che si ritrovano ad abitare le stanze di una memoria collezionistica finalmente ricomposta, si intravede il sogno di grandezza di un Cardinale, fine politico della Roma barocca e Legato Pontificio in Emilia. Raffinato e colto collezionista di opere d’arte, che amava il bello, il fine mecenate creò una piccola Roma in provincia di Macerata, tra antichi castelli e dolci colline verdeggianti, facendo di Caldarola un centro nevralgico della cultura manierista marchigiana. I dipinti commissionati dal mecenate ai più apprezzati artisti del suo tempo erano amorevolmente riuniti in una quadreria che impreziosiva il palazzo di Caldarola, simile a una vera e propria corte principesca, facendone uno dei pochi edifici marchigiani in grado di rivaleggiare, per il fasto e la ricchezza degli arredi, con i palazzi principeschi dell’Urbe. Grazie alla prodigalità del Pallotta, il palazzo di Caldarola ha ospitato illustri personaggi che percorrevano la strada fra Roma e Loreto, meta nel Seicento di pellegrinaggio: a sostare nelle stanze del Cardinale e ad ammirare la sua splendida collezione sono stati, tra gli altri, la regina Cristina di Svezia, il principe Casimiro di Polonia e i cardinali Barberini.<br /><br />L’assetto originale della collezione contava più di cinquanta dipinti che la mostra riporta a Caldarola nella seducente cornice del Palazzo dei Cardinali Pallotta. Laddove non è stato possibile individuare con certezza le opere effettivamente appartenute al prelato marchigiano, si è scelto di esporre tele del medesimo autore e dello stesso soggetto di quelle elencate negli inventari, al fine di restituire al visitatore la suggestione dell’intera raccolta.<br />Sono oltre sessanta le opere in esposizione, prestate da vari musei e collezioni private italiane e straniere. Fra tutti si distinguono i pennelli di Caravaggio, Carlo Maratta, Giovanni Lanfranco, Mattia Preti. Di Caravaggio la raccolta Pallotta vantava due dipinti da stanza, un san Francesco e una Maddalena, lascito arrivato probabilmente al nipote dal Cardinale Evangelista, che ebbe dei rapporti con Caravaggio per la realizzazione della “Madonna della serpe” per la Basilica di San Pietro.<br />La raccolta Pallotta illustra, inoltre, in modo esauriente gli sviluppi della scuola seicentesca bolognese, con la quale il colto e brillante protettore di artisti intratteneva uno stretto rapporto in virtù della sua attività di diplomatico papale a Ferrara. Tornano ad animare le stanze del Cardinale pittori come Guido Reni, Annibale e Ludovico Carracci, Guercino, Domenichino, Elisabetta Sirani.<br />A permeare la collezione è anche un gusto raffaellesco, di cui sono testimonianze importanti alcune copie del Maestro urbinate e la presenza di straordinarie pitture di Benvenuto Garofalo. Oltre a una figura di spicco della pittura marchigiana come Giovan Francesco Guerrieri, degne di menzione sono anche tele di Giovan Battista Salvi detto Sassoferrato, Gaspar Dughet, Girolamo Muziano, Girolamo Buratti, Jan Gerritsz Van Bronckhorst, Simone Cantarini detto Il Pesarese, Alessandro Tiarini, Pietro Paolo Bonzi, Francesco Bassano, Denis Calvaert.<br /><br />Un’impegnativa campagna di restauri ha restituito alle tele una migliore condizione di leggibilità. Fiorisce di nuova freschezza, per esempio, la “Madonna in gloria” di Carlo Maratta, opera conservata nelle Marche, della chiesa dei Caracciolini di San Ginesio. Si fa ammirare, inoltre, con occhi nuovi in virtù di un completo restauro anche la grande tela di Guercino raffigurante la “Cacciata dei mercanti dal tempio”, in prestito dalle raccolte comunali genovesi di Palazzo Rosso, dove è confluito un nucleo consistente dei dipinti Pallotta, passati già nel Seicento presso la collezione dei conti Grassi di Bologna e successivamente in quella dei marchesi Brignole Sale di Genova. In quest’opera di Guercino, nel flagello con cui Gesù allontana i profanatori del luogo sacro, può cogliersi un riferimento diretto allo stemma del cardinale. Giunge sempre da Genova anche il dipinto di Mattia Preti scelto come immagine simbolo della mostra, la “Liberazione di Olindo e Sofronia”; il tema è tratto dal canto 11 della Gerusalemme Liberata, che rivela l’interesse del dotto Pallotta per i soggetti letterari nei quali si esprime il compiacimento per la bellezza muliebre.<br /><br />Non una sede qualsiasi quella della mostra, come si diceva, bensì un eccezionale gioiello architettonico di Caldarola, un Palazzo in cui attraverso il linguaggio pittorico e architettonico si esprime lo spirito della Controriforma. Uno spazio di straordinario fascino nel cui impianto architettonico è disegnata la stessa piazza antistante in un’ideale composizione, armonica ed unitaria, un complesso di eccezionale rilievo ulteriormente esaltato dalla mostra stessa. <br />Splendida la Stanza del Paradiso, la cui frescatura continua ad animare dibattiti e querelle sull’attribuzione. Un piccolo gioiello quasi nascosto e remoto, luogo di meditazione del Cardinale, dove la realtà si sublima nella favola: un paesaggio altamente lirico con una flora e una fauna esotiche e scene di caccia animate da cavalli impennati, levrieri, volatili, cacciatori. Colori vivi, festoni e puttini animano una narrazione vivace e piena di slancio, per molti versi ispirata alla decorazione di Palazzo Farnese a Caprarola e che lascia intravedere non poche citazioni dal Cavalier D’Arpino.<br /><br /><br />La somma di € 0,50 di ogni biglietto di ingresso alla mostra sarà devoluta al restauro di un’opera segnalata dalla Soprintendenza ai Beni Culturali della Regione Abruzzo, affinchè si possa contribuire a riportare al loro splendore beni culturali danneggiati dal sisma del 6 aprile. <br /><br />INFO TECNICHE<br />LE STANZE DEL CARDINALE<br />Caravaggio,Guido Reni, Guercino e Mattia Preti per il Cardinale Pallotta <br />Caldarola, Palazzo dei Cardinali Pallotta - 23 maggio / 12 novembre 2009<br />(Inaugurazione 22 maggio ore 17.00)<br /><br />CATALOGO SILVANA Editoriale <br /><br />SITO<br /> www.lestanzedelcardinale.it<br /><br />PRENOTAZIONI MOSTRA<br />Numero Verde 800255525 / Tel. 0733-903707 <br />info@lestanzedelcardinale.it<br />www.lestanzedelcardinale.it<br /><br />ORARI<br />23 maggio – 13 settembre:<br />lunedì mattina chiuso – 15.00/19.00<br />da martedì a venerdì 10.00/13.00 – 15.00/19.00<br />sabato, domenica e festivi 10.00/19.00<br /><br />14 settembre – 12 novembre:<br />lunedì mattina chiuso – 15,00/18,30<br />da martedì a venerdì 10.00/13.00 – 15.00/18,30<br />sabato, domenica e festivi 10.00/19.00<br />La biglietteria chiude 30 minuti prima.<br />BIGLIETTI (comprensivi di guardaroba) <br />- Intero Euro 7,0- Ridotto e gruppi Euro 5,00 <br />Gruppi (minimo 15 persone) maggiori di 65 anni, titolari di convenzioni, universitari con tesserino e militari, possessori Carta Musei Marche, possessori di apposite convenzioni e coupons<br />- Ridotto speciale scuole e residenti comune di Caldarola Euro 3,00 <br /><br />- Gratuito <br />minori di 6 anni, insegnanti accompagnatori, giornalisti con tesserino, disabili e accompagnatore, enti prestatori e personale ministero BAC. <br /><br />AUDIOGUIDE Euro 3,00 <br /><br />Visite guidate mostra e città (su prenotazione) <br />Scuole e Gruppi (massimo 25 partecipanti) € 60,00<br />In lingua (massimo 25 partecipanti) € 100,00<br /><br />Fuori dalle Stanze<br />Invito al viaggio nella terra dei castelli<br /><br />La mostra LE STANZE DEL CARDINALE è una suggestiva occasione per scoprire il piccolo centro di Caldarola nel cuore della provincia di Macerata, ai confini con i Monti Sibillini e per farsi sorprendere da quelle che sono le bellezze di una cittadina che nel XVI secolo fu più che mai vicina a Roma.<br />La struttura del vivace borgo di Caldarola, ricco di testimonianze romane e medievali, con un’urbanistica completamente diversa da tutti i paesi vicini, influenzata da quella che fu l’opera del Cardinale Evangelista Pallotta, vicino a Sisto V e all’intensa attività sistina di Roma, sfrutta una piccola pianura alla destra del fiume Chienti per collocarsi a scacchiera unitaria lasciando il segno di un’epoca di avanzato progresso e di raffinato gusto.<br />La piazza, il porticato che la cinge da due lati, la collegiata di S. Martino, i palazzi nei due fianchi, il piccolo antico teatro “bomboniera”, le quattro vie che dalla piazza salgono ortogonalmente alla facciata del palazzo comunale verso il castello sono gli elementi architettonici che compongono lo scenario della mostra nonché del borgo animato da secoli da una coloratissima festa, la “Giostra de le Castella” che si svolge la prima e seconda domenica di agosto. <br />La mostra LE STANZE DEL CARDINALE è allestita negli straordinari spazi del Palazzo dei Cardinali Pallotta, appunto, ma idealmente, continua anche oltre, soprattutto attraverso le chiese del territorio circostante dove troviamo pale d’altare e affreschi. <br />A tutti coloro che si spingono nel territorio marchigiano alla scoperta dell’arte, della natura e dell’enogastronomia è doveroso suggerire un giro per i castelli di Caldarola (entro un raggio di due, tre chilometri dal centro storico) anche per l’intrinseca bellezza dei siti. Primo tra tutti all’interno del centro di Caldarola il Castello Pallotta (da pochissimo riaperto al pubblico dopo una chiusura di 5 anni per restauro), che dall'alto del colle si impone con l'armonia di una costruzione rinascimentale prendendo il posto delle modeste abitazioni dove una volta aveva dominato il castrume feudale. Appena fuori l’abitato di Caldarola, ecco Croce, una fortificazione del XIII secolo che come particolarità ha il fatto che la sua forma a V coincide perfettamente con la cinta muraria e all’interno della quale vi è la porta d’ingresso a sesto acuto. Ci si sposta poi a Pievefavera, sorta in epoca romana come stazione di posta, grazie alla felice posizione geografica e situata lungo la strada di congiunzione tra la Flaminia e la trasversale che univa Urbs Salvia ad Ancona, con uno schema a lisca di pesce, circondato da ben tre cinte murarie con portali a sesto acuto. Tra le meglio conservate e a forte impatto paesaggistico, Vestignano del IX - X sec, modificata nel tempo dai Duchi da Varano di Camerino e pervenuta a noi nelle sue strutture portanti rappresentando un valido esempio di arte castellare. In ultimo, ma non per bellezza ed importanza, Valcimarra, testimonianza concreta e visibile della presenza dei monaci Benedettini nel territorio caldarolese, con il rudere della monumentale facciata della Abatia Sancti Benedicti de crypta saxi Latronis, la quale si erge ancora maestosa, seppure mimetizzata tra la vegetazione, appoggiata ad una roccia sovrastante. <br />Per gli amanti della natura e della vita all’aria aperta, molte le occasioni per scoprire camminando una natura ancora intatta fatta di boschi, fiumi e piccoli laghetti quali il lago di Pievefavera a pochi passi dall’abitato di Caldarola, ideale per il canottaggio e quello di Fiastra. Da non perdere le terme di Sarnano, le più importanti nelle Marche. Non dimentichiamo, infine, che siamo a pochissima distanza dal Parco Nazionale dei Sibillini con 70.000 ettari di territorio, una fittissima rete di percorsi di trekking, sentieri montani segnalati e passeggiate in bicicletta e a cavallo (maneggi a Sarnano e a Serrapetrona) nell’alta valle del fiume Potenza. <br />Molte anche le tentazioni golose, lungo il percorso: questa è una terra, infatti, ricca di formaggi e salumi d’eccellenza (uno per tutti il ciauscolo che ha anche ottenuto l’IGP), gamberi di fiume, selvaggina e funghi. Da non sottovalutare l’aspetto del turismo enologico: non a caso il Montaigne nel suo Viaggio in Italia parlava di “un pranzo a Caldarola conclusosi con ottimo vin cotto”. E’ in questa zona (tra Caldarola, Serrapetrona e Tolentino), che si produce uno dei migliori vini DOC delle Marche, la Vernaccia, famoso vino spumante naturale rosso, prodotto con vitigno autoctono da uve raccolte tardivamente. Senza dimenticare, inoltre, il Verdicchio di Matelica (oggi è considerato uno dei più grandi vini bianchi d’Europa). A questo punto non resta che segnalare una sosta gourmet: torniamo al Castello di Vestignano per varcare la soglia del “Picciolo di Rame”, un piccolo ristorante all’interno di un frantoio del 1500 tutto pietra e legno dove in un’atmosfera intima e raffinata il patron ci proporrà un menù d’epoca ispirato addirittura alle ricette cinque-seicentesche degne della tavola del Cardinal Pallotta: <br /><br />DOVE DORMIRE <br />HOTEL RISTORANTE TESORO<br />via G, Matteotti CALDAROLA <br />Tel. 0733/905830 www.hoteltesoro.it<br />Comfort moderno con vista sul castello e i boschi<br />Doppia con prima colazione Euro 58<br /><br />ALBERGO RISTORANTE DA SANDRO<br />Piazza XXIV Maggio 1 CALDAROLA <br />Tel. 0733-905183<br />Familiare e semplice a due passi dalla mostra. Cucina casalinga<br />Doppia con prima colazione Euro 60<br /><br />B&B IL NIDO DEL CUCULO<br />Via Colcù 12 CALDAROLA <br />Tel. 0733/905555, www.ilnidodelcuculo.it<br />Piccola e accogliente residenza nel cuore del centro storico con vista sul Castello<br />Doppia con prima colazione Euro 50<br /><br />AGRITURISMO “IL FRUTTETO”<br />C.da Acquaviva CALDAROLA <br />Tel. 0733-905317<br />Bella casa di campagna sulle colline. 5 stanze <br />Doppia con prima colazione Euro 60 <br /><br /><br />DOVE MANGIARE<br />RISTORANTE IL PICCIOLO DI RAME <br />Castello di Vestignano CALDAROLA <br />Tel. 348/3316588<br />Indispensabile prenotare per una serata con ben dodici portate spaziando in un menù d’epoca di tradizione locale. <br />Costo medio vini esclusi Euro 26 euro.<br /><br />RISTORANTE L’EREMO<br />Loc. Bistocco 3 CALDAROLA <br />Tel. 0733-905085<br />Ambiente caratteristico in pietra e cucina di tradizione<br />Costo medio vini esclusi Euro 30 <br /><br />DOVE FARE SHOPPING<br />ANTICHITA E RESTAURO <br />via Roma CALDAROLA <br />Tel. 0733/905231<br />Pregiati suppellettili e arredi d’epoca lungo il corso<br /><br />ARTIGIANFERRO <br />viale Aldo Moro CALDAROLA<br />Tel. 0733/905700.<br />Lavorazione artistica del ferro battuto solo su ordinazione<br /><br />FAMAAN<br />Via A. Buscalferri, CALDAROLA <br />Tel. 0733-903673<br />Lavorazione artistica del ferro battuto solo su ordinazione<br /><br />IRIDEA <br />Via A. Buscalferri CALDAROLA <br />Tel. 0733-905863<br />Lavorazione artistica del vetro<br /><br />MACHELLA ARMANDO TESSUTI <br />via Roma, 57 CALDAROLA <br />Tel. 0733/903001 - 905804<br />Tessuti lavorati al telaio che ripropongono disegni d’epoca<br /><br />ROCCHI AZIENDA VITIVINICOLA<br />Viale Umberto I, 9 CALDAROLA <br />Tel. 0733-905135<br />Produzione vini I.G.T. e Vernaccia. Anche olio extravergine di oliva<div class="blogger-post-footer"><script type="text/javascript"><!--
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Nello splendido giardino della villa Medicea di Liliano un appuntamento unico, capace di fondere moda, vino, gastronomia e musica. <br />Il contributo per la partecipazione sarà devoluto totalmente <br />in beneficenza a CiaoLapo Onlus<br /><br />Sabato 16 maggio nel giardino della suggestiva Villa Medicea di Liliano a Grassina (FI) andrà in scena Geni in passerella un appuntamento nato per celebrare moda e vino, due espressioni dell'estro e della cultura fiorentina rinomate in tutto il mondo. L'evento sarà aperto a 200 persone (prenotazione obbligatoria al 3299293459), che con un'offerta minima di 10 euro, devoluta totalmente in beneficenza, potranno aiutare CiaoLapo Onlus (www.ciaolapo.it), associazione nata per sostenere i genitori che hanno perso il bambino prima del parto. <br /><br />Geni in passerella, inserito nel calendario del Genio Fiorentino (www.geniofiorentino.it) e realizzato dallo Studio Umami di Firenze (www.studioumami.com), vuole promuovere e valorizzare il lavoro svolto nel territorio fiorentino da giovani capaci e meritevoli di attenzione, sia nel settore vinicolo che in quello della moda.<br /><br />Spazio dunque ai giovani vignaioli che, affiancati dal giornalista enogastronomico Leonardo Romanelli, racconteranno i vini, la filosofia e gli elementi innovativi che animano il loro lavoro in vigna e in cantina. Sulla passerella allestita nello splendido giardino della villa, immersa nelle colline fiorentine, si alterneranno i proprietari delle aziende Malenchini (Grassina), Fattoria Le Sorgenti (Bagno a Ripoli), I Veroni (Pontassieve) e Castelvecchio (San Casciano Val di Pesa).<br /><br />A seguire, sempre in giardino, sarà offerto un buffet all'insegna della tipicità, allietato dalla musica di un gruppo jazz. Oltre ai vini delle aziende protagoniste della giornata, saranno presenti in degustazione salumi e pecorini toscani, primi piatti e carni alla griglia.<br />Alle ore 22.00 i riflettori si accenderanno sulla passerella per illuminare il defilé. Protagonisti gli abiti creati dagli stilisti emergenti dell'istituto fiorentino Polimoda, vivaio di nuovi talenti rinomato in tutto il mondo, e i gioielli provenienti dalla collezione Zoppini. La sfilata sarà scandita dalla presentazione dei giovani creatori.<br /><br /><br />In giardino verrà inoltre allestita una mostra fotografica realizzata, per l'occasione, dallo studio fotografico Knuk, dove moda e vino saranno i protagonisti degli scatti.<br /><br /><br /><br />IL PROGRAMMA NEL DETTAGLIO<br /><br /><br />Ore 18.30<br />Inizio evento e apertura mostra fotografica<br />Inizio degustazione dei vini e apertura della mostra fotografica dedicata alla moda e all'enogastronomia. Le foto saranno realizzate, per l'occasione, dallo studio Knuk (www.knuk.it) composto da un team di giovani fotografi e grafici professionisti che lavorano da anni nel settore della moda. <br /><br />Ore 19.30 - 20.15<br />Presentazione produttori vinicoli e degustazione vini<br />Sul palco/passerella saliranno i giovani vignaioli delle quattro aziende vinicole presentati dal giornalista enogastronomico Leonardo Romanelli. L'incontro informale permetterà di conoscere i produttori, i vini e la filosofia che anima il loro lavoro. Sul palco i proprietari delle aziende Malenchini (www.malenchini.it), Fattoria Le Sorgenti (www.fattoria-lesorgenti.com), I Veroni (www.iveroni.it) e Castelvecchio (www.castelvecchio.it).<br /><br />Ore 20.15 - 22.00<br />Buffet in musica<br />Inizio del buffet, accompagnato dai vini delle aziende partecipanti e dalla musica di un gruppo jazz. Potranno essere degustati i prodotti del salumificio Gerini (Pontassieve) e i pecorini dell'azienda Agricola La Torraccia (Reggello). Come primi saranno serviti un farrotto alle verdure e dei tortiglioncini del Pastificio Fabbri (Strada in Chianti) al ragù di coniglio preparati dallo chef Claudio Salvadori (Firenze), a seguire una gustosa grigliata di carni fornite dalla Macelleria Fratelli Sani di Sani e Guerrini (Firenze). Dolce finale con le tortine alla frutta della Pasticceria fiorentina Maggini.<br /><br />Ore 22.00 - 22.45<br />Sfilata<br />Partenza del defilé con alcune creazioni di giovani stilisti del Polimoda, istituto fiorentino riconosciuto come una delle migliori scuole di moda al mondo, (www.polimoda.it). I gioielli indossati dalle modelle sono realizzati dalla nota firma fiorentina Zoppini (www.zoppini.it). La sfilata, realizzata lungo una passerella allestita nel giardino della villa, sarà suddivisa in tre momenti scanditi dalla presentazione dei creatori. <br /><br /><br />Ore 23.00<br />Chiusura evento<br /><br />INFO:<br />Luogo: Villa Medicea di Liliano (Azienda Malenchini) - Via di Lilliano e Meoli, 82 - 50015 Grassina (FI) www.malenchini.it<br />Data: sabato 16 maggio 2009<br />Orario: inizio evento 18.30 – fine evento 23.00<br />Partecipanti: 200 (evento aperto al pubblico, prenotazione ed offerta minima di 10 euro a persona obbligatoria)<br /><br /><br />Per prenotazioni e ritiro biglietti:<br />Roberta Perna<br />pr.enogastronomia@gmail.com<br />329-9293459<div class="blogger-post-footer"><script type="text/javascript"><!--
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Potrebbe essere lui il “big” della prossima edizione della “Mostra della fragola, dei fiori e dei prodotti della nostra terra” di Camaiore (Lu) che si terrà, quest’anno dal 22 al 24 maggio. L’amministrazione comunale di Camaiore guidata dal Sindaco Giampaolo Bertola ha infatti invitato il responsabile del dicastero dell’agricoltura ad una visita nel giorno dell’inaugurazione a Villa Le Pianore e al taglio del nastro in programma il venerdì 22 alle 17, primo suggestivo momento di una rassegna che si preannuncia essere piena di sorprese, e di grandissima qualità con oltre 200 espositori tra orticoli e floricoli della Versilia, e tanti, tantissimi momenti tra sapori, tradizioni e cultura enogastronomica. Per Demetra si profila un’investitura istituzionale a livello nazionale con la presenza, e su questo l’amministrazione sta lavorando anche in altre direzioni, da parte del massimo rappresentante del mondo agricolo, ribattezzato il ministro-contadino. Zaia, dal suo insediamento sulla poltrona di Viale XX Settembre, sede del Palazzo dell’Agricoltura, ha infatti trascorso più tempo nei campi a parlare, capire, ascoltare, spiegare e risolvere i problemi degli agricoltori, indossando stivali al posto dell’abito rigoroso consono alle figure istituzionali, che nei suoi uffici. Una vicinanza fisica che ha fatto tornate l’agricoltura centrale nell’economia e nella vita del paese Italia. Un gran colpo, ma è giusto usare il condizionale, per Demetra.<br /><br />A Villa Le Pianore, a Capezzano, si rinnova il miracolo di “Demetra” tra esposizione di fiori e ortaggi, frutti e piante, dimostrazioni di arte floreale e talk show, percorsi del gusto, spettacoli e assalti a guinness. <br />6 mila addetti, 860 aziende e circa 350 ettari coltivati tra fiori e ortaggi tra Camaiore, Viareggio, Massarosa e Pietrasanta.<br />Camaiore capitale degli ortaggi, Viareggio dei fiori.<br />Demetra vetrina del “Made in Versilia” orto-floricolo.<br /><br />Questione di dettagli per la 42° edizione di “Demetra”. E’ tutto pronto, o quasi, per la prossima mostra dei fiori e degli ortaggi camaiorese che quest’anno (22-24 maggio) sarà caratterizzata da una doppia anima rivolgendosi, da una parte sempre più agli addetti ai lavori e agli “specialisti” con iniziative settoriali e di approfondimento, dall’altra ad un pubblico più popolare grazie ai percorsi del gusto, alle dimostrazioni di arte floreale e sculture vegetali, alle mostre in Villa e ai talk show serali condotti da Fabrizio Diolaiuti (ancora top secret la rosa degli ospiti); elementi che hanno contribuito alla riuscita negli anni precedenti di questo grande evento, antipasto all’estate e alla bella stagione. <br /><br />La “Mostra della fragola, dei fiori e dei prodotti della nostra terra” (info turismo@comune.camaiore.lu.it e 0584.986204) vuole confermarsi, anche in questo 2009 di crisi e difficoltà, una vetrina d’eccellenza e di rilancio, nel panorama degli eventi espositivi orticoli e floricoli d’Italia, oltre che una deliziosa meta turistica, motivo e traino per scoprire “angoli” della città di Camaiore e della Versilia altrimenti poco visitati.<br /><br />A scendere in campo, nei maestosi spazi della borbonica Villa Le Pianore a Capezzano nel Comune di Camaiore saranno oltre 200 espositori espressione della grande cultura orto-floro-vivaistica, e del top del settore grazie al coinvolgimento consolidato del Mercato dei Fiori di Viareggio, del Mercato Ortofrutticolo di Camaiore, della Banca del Credito Cooperativo della Versilia e della Lunigiana, delle organizzazione agricole Coldiretti, Cia e Unione Agricoltori, e di realtà importanti, se pur nuove, a livello regionale come il Consorzio “Toscana Produce” con oltre 30 milioni di pianti prodotte all’anno. Quella di Demetra 2009 è la più imponente “delegazione” di espositori degli ultimi anni a ulteriore conferma della crescente importanza della manifestazione.<br /><br />Non solo fragole, rossissime e bellissime come tradizione vuole e che saranno rappresentate da un folto gruppo di produttori; a Demetra protagonisti saranno i fiori, in vaso e recisi, coloratissimi e profumati, le piante ornamentali e da “frutto” tipiche della costa, che hanno fatto del distretto interprovinciale Lucca-Pescia uno dei principali poli orto-florovivaistici italiani. Non mancherà la verdura e la frutta di stagione a “km zero”, rispettosa dell’ambiente, biologica, no Ogm, e prodotta nei campi vicini con i metodi dei contadini di una volta.<br /><br />Demetra mette in mostra e rappresenta una buona fetta del “Pil” agricolo (e non solo) della Versilia. In particolare quello dei quattro comuni storici di costa - Camaiore, Viareggio, Massarosa e Pietrasanta - a maggiore densità e vocazione floricola e orticola. Fiori e ortaggi tra Camaiore e Co. – dati elaborati da Coldiretti in collaborazione con Demetra – statisticamente rappresentano 6 mila addetti diretti (escluso indotto) distribuiti in 860 aziende circa (vedi tabella), tra floricole (330 floricole su 245 ettari) e orticole (530 su 102 ettari) e circa 350 gli ettari di superficie coltivati di cui circa 100 ad ortaggi, tra serra e a pieno campo, e circa 250 a fiori equamente distribuiti tra coltivazione in serra e campo. Ben 250 aziende orticole si trovano sul Comune di Camaiore (100 invece quelle floricole) distribuite su circa 50 ettari che la incoronano capitale degli ortaggi. Viareggio è invece la capitale dei fiori e dei vivaisti con 150 imprese ma ha anche la leadership per superficie coltivata (140 ha tra produzione orticola e floricola) seguita da Massarosa (70 Ha) e Pietrasanta (30 Ha), rispettivamente al terzo e quarto posto. Basta pensare, per rendersi conto dell’importanza economica di questo settore nel panorama regionale, che complessivamente, in Provincia di Lucca sono circa 500 gli ettari coltivati tra fiori, piante in vaso e fronda recisa, che rappresentano oltre il 40% della superficie regionale. 411 le aziende floricole secondo i dati Regione Toscana. 330 delle oltre 500 aziende floricole, sono localizzate nei quattro comuni di costa.<br />Numeri e statistiche che esprimono il grande valore e l’autorevolezza di Demetra, oggi sempre più vetrina del “Made in Versilia” e manifesto dell’agricoltura toscana.<br /><br />Email: turismo@comune.camaiore.lu.it <br />Tel: 0584.986204 <br />Fax: 0584.986297<br /><br />Orario: dal lunedì al venerdì dalle 14,30 alle 17,30<div class="blogger-post-footer"><script type="text/javascript"><!--
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Una collezione dispersa e smembrata dagli eredi per sanare la grave situazione debitoria che premeva alla morte del suo creatore, il Cardinale Giambattista Pallotta, avvenuta nel 1668.<br />Non è una storia come tante, quella presentata al pubblico da una nuova prestigiosa mostra curata da Vittorio Sgarbi a Caldarola (Mc), catalogo Silvana Editoriale, che si annuncia come un evento espositivo di prima grandezza nell’ambito dell’offerta di una regione, le Marche, sempre più attenta alla valorizzazione del suo patrimonio artistico, storico e culturale. <br />La mostra “Le stanze del Cardinale. Caravaggio, Guido Reni, Guercino e Mattia Preti per il Cardinale Pallotta”, il cui Comitato Scientifico è presieduto da Denis Mahon e vede presenti tra gli altri Lorenza Mochi Onori, Livia Carloni, Stefano Papetti, con il coordinamento di Liana Lippi, è promossa dal Comune di Caldarola in collaborazione con la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Marche e il contributo di Regione Marche, Provincia di Macerata e Fondazione Carima. La mostra si tiene inoltre sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.<br /><br />L’evento è destinato a fare di Caldarola un nuovo un nuovo, intrigante “caso” artistico, dopo il successo, nel 2007, dell’esposizione dedicata a Simone De Magistris.<br />“Dal punto di vista della curiosità, dell’originalità e dell’importanza, questa mostra sarà un evento travolgente, di portata internazionale straordinaria – dichiara Vittorio Sgarbi -. Per la levatura dei pittori e per il sentimento di risarcimento che la muove, questa iniziativa è una delle più importanti mai fatte nelle Marche. Enorme è la soddisfazione di vedere tornare capolavori di maestri come Caravaggio nel luogo dove sono stati ospitati per la capacità formidabile del gusto collezionistico della famiglia Pallotta. Tutta l’Italia potrà vedere nelle Marche e in Caldarola un luogo dell’anima, dove ritrovare alcune tra cose straordinarie che l’arte italiana ha prodotto”.<br />Non è una quadreria come tante, quella che ha allietato le giornate del Cardinale Giambattista Pallotta nella sua superba dimora caldarolana, che fa ora da preziosa cornice all’esposizione così come era nell’antichità scrigno di tesori pittorici. A fare la differenza rispetto alle normali vicende dell’evoluzione delle collezioni d’arte storiche è il calibro dei pittori amati dal porporato, i maggiori artisti del Seicento, che vengono riuniti grazie a un attento lavoro di ricerca documentaria effettuata a Roma, Bologna e Caldarola e fatti rivivere grazie a importanti interventi di restauro, per restituire al pubblico di oggi il fasto di una stagione artistica di eccellenza.<br />A fare da collante fra le varie figure ed esperienze pittoriche che si ritrovano ad abitare le stanze di una memoria collezionistica finalmente ricomposta, si intravede il sogno di grandezza di un Cardinale, fine politico della Roma barocca e Legato Pontificio in Emilia. Raffinato e colto collezionista di opere d’arte, che amava il bello, il fine mecenate creò una piccola Roma in provincia di Macerata, tra antichi castelli e dolci colline verdeggianti, facendo di Caldarola un centro nevralgico della cultura manierista marchigiana. I dipinti commissionati dal mecenate ai più apprezzati artisti del suo tempo erano amorevolmente riuniti in una quadreria che impreziosiva il palazzo di Caldarola, simile a una vera e propria corte principesca, facendone uno dei pochi edifici marchigiani in grado di rivaleggiare, per il fasto e la ricchezza degli arredi, con i palazzi principeschi dell’Urbe. Grazie alla prodigalità del Pallotta, il palazzo di Caldarola ha ospitato illustri personaggi che percorrevano la strada fra Roma e Loreto, meta nel Seicento di pellegrinaggio: a sostare nelle stanze del Cardinale e ad ammirare la sua splendida collezione sono stati, tra gli altri, la regina Cristina di Svezia, il principe Casimiro di Polonia e i cardinali Barberini.<br /> <br />L’assetto originale della collezione contava più di cinquanta dipinti che la mostra riporta a Caldarola nella seducente cornice del Palazzo dei Cardinali Pallotta. Laddove non è stato possibile individuare con certezza le opere effettivamente appartenute al prelato marchigiano, si è scelto di esporre tele del medesimo autore e dello stesso soggetto di quelle elencate negli inventari, al fine di restituire al visitatore la suggestione dell’intera raccolta.<br />Sono oltre sessanta le opere in esposizione, prestate da vari musei e collezioni private italiane e straniere. Fra tutti si distinguono i pennelli di Caravaggio, Carlo Maratta, Giovanni Lanfranco, Mattia Preti. Di Caravaggio la raccolta Pallotta vantava due dipinti da stanza, un san Francesco e una Maddalena, lascito arrivato probabilmente al nipote dal Cardinale Evangelista, che ebbe dei rapporti con Caravaggio per la realizzazione della “Madonna della serpe” per la Basilica di San Pietro.<br />La raccolta Pallotta illustra, inoltre, in modo esauriente gli sviluppi della scuola seicentesca bolognese, con la quale il colto e brillante protettore di artisti intratteneva uno stretto rapporto in virtù della sua attività di diplomatico papale a Ferrara. Tornano ad animare le stanze del Cardinale pittori come Guido Reni, Annibale e Ludovico Carracci, Guercino, Domenichino, Elisabett Sirani.<br />A permeare la collezione è anche un gusto raffaellesco, di cui sono testimonianze importanti alcune copie del Maestro urbinate e la presenza di straordinarie pitture di Benvenuto Garofalo. Oltre a una figura di spicco della pittura marchigiana come Giovan Francesco Guerrieri, degne di menzione sono anche tele di Giovan Battista Salvi detto Sassoferrato, Gaspar Dughet, Girolamo Muziano, Girolamo Buratti, Jan Gerritsz Van Bronckhorst, Simone Cantarini detto Il Pesarese, Alessandro Tiarini, Pietro Paolo Bonzi, Francesco Bassano, Denis Calvaert.<br /> <br />Un’impegnativa campagna di restauri ha restituito alle tele una migliore condizione di leggibilità. Fiorisce di nuova freschezza, per esempio, la “Madonna in gloria” di Carlo Maratta, opera conservata nelle Marche, della chiesa dei Caracciolini di San Ginesio. Si fa ammirare, inoltre, con occhi nuovi in virtù di un completo restauro anche la grande tela di Guercino raffigurante la “Cacciata dei mercanti dal tempio”, in prestito dalle raccolte comunali genovesi di Palazzo Rosso, dove è confluito un nucleo consistente dei dipinti Pallotta, passati già nel Seicento presso la collezione dei conti Grassi di Bologna e successivamente in quella dei marchesi Brignole Sale di Genova. In quest’opera di Guercino, nel flagello con cui Gesù allontana i profanatori del luogo sacro, può cogliersi un riferimento diretto allo stemma del cardinale. Giunge sempre da Genova anche il dipinto di Mattia Preti scelto come immagine simbolo della mostra, la “Liberazione di Olindo e Sofronia”; il tema è tratto dal canto 11 della Gerusalemme Liberata, che rivela l’interesse del dotto Pallotta per i soggetti letterari nei quali si esprime il compiacimento per la bellezza muliebre.<br /><br />Non una sede qualsiasi quella della mostra, come si diceva, bensì un eccezionale gioiello architettonico di Caldarola, un Palazzo in cui attraverso il linguaggio pittorico e architettonico si esprime lo spirito della Controriforma. Uno spazio di straordinario fascino nel cui impianto architettonico è disegnata la stessa piazza antistante in un’ideale composizione, armonica ed unitaria, un complesso di eccezionale rilievo ulteriormente esaltato dalla mostra stessa. <br /><br />Splendida la Stanza del Paradiso, la cui frescatura continua ad animare dibattiti e querelle sull’attribuzione. Un piccolo gioiello quasi nascosto e remoto, luogo di meditazione del Cardinale, dove la realtà si sublima nella favola: un paesaggio altamente lirico con una flora e una fauna esotiche e scene di caccia animate da cavalli impennati, levrieri, volatili, cacciatori. Colori vivi, festoni e puttini animano una narrazione vivace e piena di slancio, per molti versi ispirata alla decorazione di Palazzo Farnese a Caprarola e che lascia intravedere non poche citazioni dal Cavalier D’Arpino.<br />LE STANZE DEL CARDINALE<br />Caravaggio,Guido Reni, Guercino e Mattia Preti per il Cardinale Pallotta <br />Caldarola, Palazzo dei Cardinali Pallotta - 23 maggio / 12 novembre 2009<br />(Inaugurazione 22 maggio ore 17.00)<br /><br />SITO<br /> www.lestanzedelcardinale.it<br /><br />PRENOTAZIONI MOSTRA<br />Numero Verde 800255525 / Tel. 0733-903707 <br />info@lestanzedelcardinale.it<br />www.lestanzedelcardinale.it<br /><br />ORARI<br />23 maggio – 27 settembre:<br />lunedì mattino chiuso – 15.00/19.00<br />da martedì a venerdì 10.00/13.00 – 15.00/19.00<br />sabato, domenica e festivi 10.00/19.00<br /><br />14 settembre – 12 novembre:<br />lunedì mattino chiuso – 15,00/18,30<br />da martedì a venerdì 10.00/13.00 – 15.00/18,30<br />sabato, domenica e festivi 10.00/19.00<br />La biglietteria chiude 30 minuti prima.<br />BIGLIETTI<br />(comprensivi di guardaroba) <br />- Intero Euro 7,0- Ridotto e gruppi Euro 5,00 <br />Gruppi (minimo 15 persone) maggiori di 65 anni, titolari di convenzioni, universitari con tesserino e militari, possessori Carta Musei Marche, possessori di apposite convenzioni e coupons<br />- Ridotto speciale scuole e residenti comune di Caldarola Euro 3,00 <br /><br />- Gratuito <br />minori di 6 anni, insegnanti accompagnatori, giornalisti con tesserino, disabili e accompagnatore, enti prestatori e personale ministero BAC. <br /><br />AUDIOGUIDE Euro 3,00 <br /><br />Visite guidate mostra e città (su prenotazione) <br />Scuole e Gruppi (massimo 25 partecipanti) € 60,00<br />In lingua (massimo 25 partecipanti) € 100,00<div class="blogger-post-footer"><script type="text/javascript"><!--
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Il Centro Congressi “Principe di Piemonte” ospita sabato 9 maggio (alle 18.00) “Il Dentista in Famiglia”, evento rivolto alla popolazione, ad ingresso gratuito, patrocinato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Lucca e realizzato con il supporto educazionale di Johnson & Johnson e la collaborazione dell’Istituto Stomatologico Tirreno, moderna struttura odontoiatrica dell’Ospedale Unico della Versilia.<br /><br />Gli specialisti presenti durante l’incontro (locandina, programma e relatori su www.www.viareggicongress.com) affronteranno le principali problematiche legate alla salute della bocca in un percorso info-educativo, nel quale il pubblico avrà l’opportunità di porre domande ai dentisti in un clima informale e rilassato. Al termine ci sarà l’estrazione di un coinvolgente concorso a premi, che offrirà ai vincitori una seduta gratuita di igiene orale, da svolgersi a totale scelta dei vincitori presso uno dei dentisti iscritti all’albo delle provincia di Lucca.<br /><br />Questo appuntamento nasce con un obiettivo principale: sostenere l’importanza dell’igiene orale per il raggiungimento di un buono stato di salute, attraverso un miglior dialogo tra paziente e dentista. Nell’occasione vogliamo approfondire il tema con il prof. Ugo Covani, direttore dell’Istituto Stomatologico Tirreno: “Oltre ai comuni disturbi dentali che affliggono quasi tutte le persone, c’è anche una ragione più sottile per la quale è importante tenere sotto controllo l’igiene del cavo orale: negli ultimi anni infatti è stata individuata un’insospettabile associazione tra malattie dei denti e malattie di altri organi apparentemente slegate” spiega il prof. Covani. “La base di questa associazione può essere duplice: attraverso il passaggio in circolo dei batteri che si annidano nella bocca e la loro localizzazione in organi distanti, magari causando ascessi polmonari e cerebrali e soprattutto portando ad un’infiammazione generalizzata, a volte senza sintomi, ma ugualmente pericolosa. Grazie all’impegno di molti ricercatori si è avuta conferma dell’esistenza di un legame preciso tra certi tipi di infiammazione e l’arteriosclerosi con le sue temibili conseguenze cardiovascolari[1], il diabete[2] e addirittura complicanze ostetriche (contrazioni uterine precoci con possibilità di parti pretermine e neonati sottopeso[3])”, aggiunge il prof. Covani.<br /><br />Salute vuol dire infatti non solo assenza di malattia, ma benessere fisico, mentale e sociale. Andando a guardare cosa accade nella bocca, vediamo che nel nostro cavo orale convive con noi una ricchissima flora di batteri, cosiddetti “saprofiti”, che normalmente risulta innocua, ma che a volte conduce ad un’infiammazione locale, la comune “gengivite”, la quale può degenerare a volte in “parodontite”. La parondontite grave può portare alla scopertura della radice dentale per la progressiva retrazione della gengiva e al conseguente indebolimento e caduta del dente. <br /><br />L’alitosi, una delle tematiche affrontate in questa occasione, è un disturbo che interessa circa il 50% degli italiani[4] ed è un sintomo che ci indica il proliferare della flora batterica. Basti pensare che questa è la terza causa che spinge le persone a rivolgersi al dentista: per oltre il 90% degli italiani il disagio causato dall’alito cattivo in ufficio è paragonabile a quello provocato dal mobbing[5].<br /><br />Durante l’incontro verranno illustrate anche altre interessanti e diffuse problematiche, fra cui le malocclusioni, il bruxismo (abitudine a tenere i denti serrati per un prolungato spasmo involontario della muscolatura masticatoria) e l’ingiallimento dello smalto dei denti (dovuto ai raggi UV, al caffè, alla nicotina e a diverse altre cause, soprattutto alimentari). <br /><br />Basti pensare al bruxismo come al terzo disturbo più diffuso durante il sonno[6], dopo il sonniloquio (parlare nel sonno) e il russamento, e spesso dovuto a stress emotivo. Anche in questo caso, il dentista può essere la persona alla quale chiedere consiglio ed affidarsi per superare un problema che riduce la qualità della vita del paziente. <br /><br />Per quanto riguarda la perdita del naturale colore dello smalto dentale, questa è una condizione molto comune legata a cause diverse e sempre più mal tollerata, perchè denti bianchi, gengive sane, sorriso “pulito” sono oramai un’esigenza della gran parte della popolazione. A conferma di ciò, uno studio condotto negli Stati Uniti, ha dimostrato come oggi avere un sorriso bianco sia sinonimo di “successo”. Il sottoporsi ad un’operazione di sbiancamento professionale ha coinciso nel 58% dei casi con un avanzamento di carriera, nel 65% con un aumento di stipendio, mentre nel 53% addirittura con un’assunzione[7]. <br /><br />In questa ottica, spazzolino, filo interdentale (solo il 4% degli italiani ne fa uso[8]) e collutorio (solo il 7% degli italiani ne fa uso contro il 40% della popolazione anglosassone[9]) risultano essere una necessaria abitudine quotidiana. In sintesi, questo evento si propone di aprire un nuovo spazio di comunicazione tra dentista e paziente, creando un legame di fiducia che possa consentire alle persone di adottare una corretta igiene orale, come primo passo per il benessere di tutto l’organismo.<div class="blogger-post-footer"><script type="text/javascript"><!--
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E’ qui la frazione di Semivicoli, su un colle a cavallo di un fiume e un torrente, e uno scenario naturale emozionante. Ad una manciata di chilometri Guardiagrele, come un merletto in pietra e ori. <br />In questa cornice ambientale che affascina per i silenzi, le tradizioni millenarie, gli scorci naturali, a maggio, dopo un attento e lungo restauro conservativo, aprirà i battenti una dimora affascinante. Un palazzo baronale costruito tra Sei e Settecento, un gioiello di famiglia che si rivela agli “amici”, a quei viaggiatori-ospiti affascinati da una terra aspra e bellissima dove c’è ancora tanto da scoprire. <br />E’ la Casa della famiglia Masciarelli, di Gianni Masciarelli, un uomo del vino tenace e appassionato, un vignaiolo di alto profilo che ha contribuito a scrivere la storia dell’enologia abruzzese e troppo prematuramente scomparso. “Un vignaiolo a modo suo”, citando il titolo di un bel libro su di lui, appena pubblicato. Una famiglia del vino dalla vocazione innata e cresciuta nell’amore sconfinato per questa terra e per le tradizioni radicate. Una famiglia per cui la vite rappresenta un segno forte di appartenenza al territorio.<br />E’ una residenza per amanti del bello meno sfruttato e battuto, un po’ nascosto e segreto che conserva inalterata l’autenticità dei luoghi. Ancora un luogo “vero” dove sentirsi a casa propria e ritrovare serenità e armonia.<br />E’ l’ex PALAZZO PERTICONE in Semivicoli di Casacanditella. Già solo il nome evoca atmosfere e fascino desueti: un luogo dove i ricordi e i segni del passato (gli stessi materiali utilizzati per il restauro sono antichi) si intrecciano con elementi di raffinata contemporaneità come negli ambienti della tasting room e quelli dedicati a raffinati incontri culturali, seminari, piccoli concerti. O la sala fitness. Il portico, un frantoio in pietra e la bottaia, la neviera, uno spazio totalmente ipogeo di grande fascino. E ancora, un giardino storico quasi segreto, uno spazio di meditazione, l’antica chiesetta privata. <br />Varcato il portone imponente, si sale al primo piano dove sorprende un’atmosfera agée: materiali e colori originari, camini in pietra, logge, cucine, dispense. Ambienti per la lettura, salotti per incontrarsi e conversare, mobili d’epoca, ma senza alcuna austera severità. Anzi tutta l’intimità e il calore di un casa borghese d’altri tempi, ma che sembra essere stata abitata fino ad un attimo prima. Toni raffinati e discreti e la patina del tempo. Un'accoglienza di gentilezza e garbo squisiti, cura dei dettagli, colazioni di autentica bontà secondo piccoli riti e tradizioni quasi scomparse come il pane appena sfornato. E per chi lo volesse, per una serata intima, arrivano al palazzo cene “su misura” firmate da cuochi di tradizione. E non è il solo servizio personalizzato di cui si può usufruire: brevi corsi di cucina di tradizione, passeggiate in bicicletta, escursioni nei vigneti, massaggi.<br />Insomma, un gioiello di dieci camere dove ai materiali e agli elementi della tradizione, come le travi in legno, si affiancano soluzioni contemporanee di interior design. Camere-suite ognuna diversa dall’altra (splendida quella di 120 mq ricavata nell’antico granaio con panorama mozzafiato a 360 gradi sulla Majella e fino al mare) con vista su vigneti a perdita d’occhio. <br />Più di 400 ettari i vigneti dell’azienda, sparsi per tutto l’Abruzzo.<br />E ancora, tutt’intorno una natura avvincente, intensa, spesso intatta, maestosa e ricca di contrasti. Fitti tratti di bosco, colline dolci che arrivano al mare e vallate aspre. Borghi antichi raccolti e silenziosi, gente riservata ma accogliente, gentile. Una cucina dalla personalità forte, in queste valli, ma anche una nuova schiera di giovani cuochi che stanno lanciando un Abruzzo gourmet da non perdere di vista. <br />E soprattutto, vini di straordinarie suggestioni, dai profumi profondi e coinvolgenti da scoprire in vigna, approfondire nella cantina Masciarelli a San Martino, bellissima sintesi architettonica tra il segno contemporaneo forte e innovativo e il contesto naturale (appena ricevuta, peraltro, la nomination nella categoria “Cantina Europea dell’Anno” per il Wine Star Awards, ed. 2008 del Wine Enthusiast Magazine), degustare e apprezzare al bicchiere. <br />A disposizione in camera il primo assaggio di una scelta dell’eccellenza che accompagna l’ospite. E’ la casa ad offrire i vini: una selezione delle bottiglie Masciarelli proposte per la prima degustazione in privato, vini importanti degni d essere assaporati in tutta tranquillità.<br />Il “Montepulciano d’Abruzzo Masciarelli“ ha fatto il giro del mondo divenendo ovunque il testimonial più evocativo di questa terra e di uno stile di vita, il “Villa Gemma”, valutato uno dei migliori rossi d’Italia, ha guadagnato premi internazionali e titoli sulle riviste cult del settore, e non solo. E ancora, i prestigiosi vini firmati Marina Cvetic, lo Chardonnay e il Trebbiano d’Abruzzo. Una donna del vino, la signora Masciarelli, dalla straordinaria personalità, padrona di casa d’eccezione del Palazzo di Semivicoli, pronta ad accompagnarvi alla scoperta di un Abruzzo autentico e inedito.<br /><br />DOVE e COME<br />PALAZZO BARONALE DI SEMIVICOLI<br />Indirizzo via San Nicola, Semivicoli di Casacanditella (CH)<br />Tel. 0871/890045 <br />Prezzi 220 euro Superior Double Room - 270 euro Junior Suite – <br />600 euro Superior Suite<div class="blogger-post-footer"><script type="text/javascript"><!--
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