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CERTALDO: Premio letterario Boccaccio 2005

Per il Premio Boccaccio è l'anno dei riconoscimenti Fondamentali per la manifestazione i sostegni accordati, con i Patrocini, dalla Regione Toscana, la Provincia di Firenze ed il Circondario Empolese - Valdelsa

CERTALDO – Grande soddisfazione da parte degli organizzatori per la notizia, "fresca" di ieri, dell'assegnazione del Patrocinio della Regione Toscana al Premio Letterario Boccaccio, quest'anno alla sua 24° edizione. Il sostegno sella Regione va ad aggiungersi a quelli, già comunicati da qualche settimana, della Provincia di Firenze e del Circondario Empolese - Valdelsa. Un riconoscimento, questo, che va a perfezionare, come l'ultima pennellata di un pittore alla propria opera, il Premio Letterario Boccaccio che, nel suo albo d'oro, può citare nomi del calibro di Giulio Andreotti, Enzo Biagi, Giovanni Spadolini, Indro Montanelli per la sezione Italia. Ma anche di Luis Sepulveda, Dominique Lapierre e Manuel Vazquez Montalban per la sezione internazionale e Tiziano Terzani e Piero Angela per quella dedicata alla memoria di Indro Montanelli.

Per l'edizione 2005 i vincitori sono Claudio Magris per la sezione Italia, Abraham Yehisua per quella Internazionale e Sergio Romano per il giornalismo. I vincitori saranno a disposizione del pubblico sabato 10 settembre, alle 11.30, per un incontro - dibattito aperto a tutta la cittadinanza che si terrà in Palazzo Pretorio.

Claudio Magris, letterato di grande sensibilità L’autore è uno dei più profondi saggisti contemporanei, influenzato dalla sua città natale, Triste, crocevia di molte culture

Laureatosi all’Università di Torino, dove è stato ordinario di Lingua e Letteratura tedesca dal 1970 al 1978, Claudio magris è ora docente alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trieste. E’ proprio la Trieste multietnica e artistica a dare il ‘la’ all’opera di Magris, dando origine a buona parte dell'eccezionalità dell'uomo. Città multiculturale, mitteleuropea, densa di stimoli e crocevia di molte delle più importanti esperienze artistiche del Novecento, la città giuliana vive di contraddizioni e come tali sono state recepite e condensate dal Magris letterato. Per scrivere, l’autore è uso sedersi al tavolo del caffè triestino ormai diventato, grazie a lui, leggendario: lo storico Antico Caffè San Marco.
Magris ha inoltre contribuito con numerosi studi a diffondere in Italia la conoscenza della cultura mitteleuropea e della letteratura del "mito asburgico" come traduttore di Ibsen, Kleist e Schnitzler. Come narratore, ha esordito in letteratura nell'84 con "Illazioni su una sciabola", imponendosi come uno degli autori italiani più originali ed apprezzati all’estero. Nel 1986 Magris dà alle stampe il suo capolavoro, il libro con il quale ancora oggi è riconosciuto: "Danubio" (da cui nel 1997 Giorgio Pressburger ha ideato uno spettacolo teatrale, presentato in prima mondiale al Mittelfest). Senatore della Repubblica nella XII Legislatura (1994-1996) è anche Titulaire de la Chaire Européenne du Collège de France nell’a.a. 2001-2002. Magris è anche socio di varie Accademie italiane e straniere: Officer de l'Ordre des Art et Lettres da la République Française 1999; Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana 2001. Fra i suoi riconoscimenti, varie lauree ad honorem presso le Università di Strasburgo (1991); Copenhagen (1993); Klagenfurt (1995) e Szeged (1999).

Il volume vincitore: “ALLA CIECA” Nel 2005, simile al cieco Omero, Claudio Magris raccoglie le tante voci che popolano la narrazione e cerca pazientemente di ordinarle e unificarle in un poema, Alla cieca, che non cela le cuciture e gli strappi e neppure la mescolanza e l’intreccio di variazioni diverse sulle stesse leggende e storie. Alla cieca è il racconto di un recluso e di un fuggitivo. In questo devastante e struggente memoriale a narrarsi è l’eterno ribelle, l’ammutinato, l’eretico in balia delle onde e del buio della storia, ma anche dei suoi sogni di giustizia e della disciplina di partito. In un mondo dove tutto appare così disgustoso e innocente, dove tradire è comprensibile e umano, a parlare è una memoria viva e pulsante, che ogni tanto si spacca, come la terra durante il terremoto, e lascia sfuggire via le cose attraverso le sue voragini.

Il Medio Oriente di Abraham Yehoshua Attento osservatore del proprio paese e profondo conoscitore delle problematiche politiche attuali: questo è Yehoshua

Confermando la linea di condotta della Giuria del Premio letterario Boccaccio, che quest’anno ha usato come filo conduttore fra i vincitori la loro conoscenza e gli studi sulla storia, anche quella contemporanea, è arrivato il nome di Abraham Yehoshua per la sezione “Boccaccio Internazionale”. Nato a Gerusalemme nel 1936, l’autore insegna Letteratura comparata all'Università di Haifa, città dove vive. Le sue opere sono state accolte da un crescente consenso internazionale che lo ha portato in breve ad essere considerato tra gli autori ultimamente più interessanti e vivaci. Tra i suoi romanzi (pubblicati in Italia per Einaudi) vanno ricordati almeno “Cinque stagioni”, “Il signor Mani”, “L'amante” (tradotto in quindici lingue), “Ritorno dall'India” e “Un divorzio tardivo”. In tutti il problema dell'identità ebraica viene indagato a fondo, a partire da una situazione particolare di partenza che diventa il motore per una ricerca a tutto campo sulle lacerazioni e i dilemmi di un'intera cultura. (Paradigmatico, a questo proposito, il suo ultimo libro “Viaggio alla fine del millennio”).
Yehoshua in Italia collabora con il quotidiano "La Stampa", rivelandosi per un attivo osservatore della realtà del suo paese, e profondo conoscitore della politica e storia recente. In questa prospettiva si colloca il suo intervento saggistico “Diario di una pace fredda”, pubblicato in Italia da "Einaudi Contemporanea", sul problematico rapporto e la difficile convivenza tra palestinesi e israeliani.

Il volume vincitore: “Viaggio alla fine del millennio” L'esercitazione di un plotone di riservisti sperduto nel deserto, nelle mani di un comandante paralizzato dal ricordo di una vecchia battaglia. Un padre a cui viene data la notizia della morte del figlio al fronte. Un professore universitario chiamato a tenere una conferenza in una base missilistica. La vita militare descritta in questi tre racconti ha qualcosa di banale, di burocratico, di inefficiente. È del tutto anti-eroica. Il tempo sembra immobile, bloccato da qualcosa che ha a che fare con un'angoscia non definita, forse indefinibile. Pur nelle circostanze realistiche degli avvenimenti, c'è qualcosa di onirico in queste vicende, qualcosa di sospeso e di sfuggente.

Un ambasciatore in ricordo di Montanelli Sergio Romano, giornalista del “Corriere della sera”, riceverà il premio intitolato al grande opinionista

Sergio Romano, nato a Vicenza nel 1929, si è laureato in giurisprudenza alla Statale di Milano, ha lavorato come giornalista a Milano, Parigi, Londra e Vienna e ha poi iniziato la carriera diplomatica nel 1954. È stato direttore generale degli Affari Culturali del Ministero degli Esteri (1977-1983) e dopo essere stato rappresente alla NATO (1983-85) dal settembre 1985 è stato ambasciatore a Mosca, durante i cruciali anni della perestrojka, fino al momento in cui si è dimesso dalla carriera diplomatica, nel marzo 1989.
Come storico si è occupato prevalentemente di storia italiana e francese tra Otto e Novecento. Ha insegnato nelle università di Firenze, Sassari, Pavia, Berkeley e Harvard. Dal 1992 al 1998 è stato professore di Storia delle relazioni internazionali alla Bocconi di Milano. È dottore honoris causa dell’Institut d’Etudes Politiques di Parigi, dell’Università di Macerata e dell’Istituto di Storia Universale dell’Accademia delle Scienze della Russia.
La sua storia come giornalista è degna di rispetto: dal ruolo di editorialista del “Corriere della Sera” e di “Panorama”, alle collaborazioni con “Limes”, la rivista di strategia e relazioni internazionali, “Affari Esteri”, “Corriere del Ticino” e “Le Matin” di Losanna, tutto testimonia la sua profonda conoscenza del mondo dell’informazione.
Il volume premiato: “Memorie di un conservatore. Il racconto di un secolo nei ricordi di un testimone” Il libro contiene molti ricordi, ma non è propriamente un'autobiografia. Le vicende di cui si parla nelle sue pagine sono molte, quasi tutte le più importanti che hanno attraversato la vita italiana e internazionale nel corso degli ultimi decenni. Lungo il percorso si trovano i nomi di molti degli uomini che hanno fatto la storia del secolo scorso, da Mussolini a De Gasperi, da de Gaulle a Gorbacëv, fino ai nostri giorni, con il capitolo dedicato ai personaggi di Tangentopoli. Incontri, retroscena e giudizi vengono raccontati ed espressi con un equilibrio che l'esperienza non priva di un innato humour.

Ufficio stampa Premio letterario Boccaccio: Dott.ssa Simona Guerrini 380/5042331 simona.guerr@virgilio.it



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Autore Fabio Montagnani
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Ultimo aggiornamento il 1 Giugno 2017
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