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TRA PIEVI E ABBAZIE
 

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Il Castello di Montauto
Il Castello di Galbino
 
Il Castello di Toppole
Il Castello di Pianettole 

Il Castello di Sorci
La Barbolana
   
Toppole Il castrum dei Longobardi  
Anche il Castello di Toppole faceva parte di quel sistema di fortificazioni a difesa della parte destra della valle del Sovara. I primi documenti attestano l'impegno assunto da Enrico di Barnabò dei Longobardi di Galbino a difendere Toppole  in  funzione dell'Abbazia di Santa Flora di Arezzo, mentre nel 1142 il castello e la sua corte furono donati ai monaci di Camaldoli insieme ad una parte dei castelli di Pianettole e Valialle. Concesso da Anghiari ai Ranieri di Galbino, Toppole seguì la sorte del borgo altotiberino allorché questo finì sotto il dominio di Guido Tarlati prima e dei Fiorentini poi.
Al centro dell'abitato è la Chiesa di San Clemente. Già esistente nella prima metà del XII sec., alcune tombe recentemente scoperte ne fanno supporre un passato antecedente a tale data. L'abside rappresenta la parte più antica della chiesa, originariamente con pianta a croce greca. La trasformazione a croce latina risale invece alla metà del 1800.
A breve distanza da Toppole (e raggiungibile anche a piedi tramite un sentiero) è invece Badia San Veriano, con l'importante pieve romanica.  

Mantenuto in sufficiente stato di conservazione, Pianettole rappresenta un bell’esempio di fortilizio medievale, con un'alta cinta muraria in pietra ed un torrione a difesa della porta di accesso rivolta a
occidente. La torre è ancora divisa da solai lignei collegati da scale, con un camino al primo piano. Anche la storia di Pianettole si lega in qualche misura alla presenza dei Camaldolesi in Valtiberina. Le continue donazioni di pievi e chiese (soggette ai vari castelli della zona) a favore dell'ordine fecero sì che Camaldoli si insinuasse prepotentemente tra le diocesi di Arezzo e Città di Castello, fin quando il vescovo di quest'ultima non invocò l'intervento dell'imperatore Federico di Svevia in difesa dei suoi possessi. Nel 1502 Sansepolcro vide assoggettati, per mano di Piero de' Medici, i territori di Anghiari e Pieve Santo Stefano. Subito i suoi cittadini ne approfittarono per abbattere il castello di Anghiari. Nella stessa occasione, fu distrutto anche il Castello di Pianettole.  


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Autore Fabio Montagnani
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Ultimo aggiornamento il 1 Giugno 2017
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