Girando nei Borghi Italiani

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TRA PIEVI E ABBAZIE

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Il Castello di Montauto
Il Castello di Galbino
Il Castello di Sorci
Il Castello di Toppole
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La Barbolana
Sorci e lo "spirito" di Baldaccio

Tra i castelli a difesa del lato destro del Sovara sono inoltre da ricordare quelli di Valialle (risalente al Mille, di esso rimangono pochi tratti di mura), Casale, Upachi (con la sua bella chiesa) e Scoiano (dove molti resti, tra cui il portale d'ingresso e avanzi di affresco, ne rivelano l'importante passato). Sulle opposte colline è invece il Castello di Sorci. Nel 1268 esso fu distrutto per mano di alcuni soldati tedeschi al seguito di Corradino di Svevia, in guerra contro Carlo di Angiò. Sottomesso poi 

alla dominazione fiorentina, fu dimora del capitano di ventura Baldaccio d'Anghiari. Al tempo il fortilizio contava addirittura una trentina di armigeri a sorveglianza di un'inespugnabile cinta muraria munita di fossato. Nei secoli a seguire il castello subì delle ristrutturazioni, fino ad assumere l'aspetto di villa seicentesca in cui tuttora risalta il torrione da essa incorporato. Trasformato in fattoria, oggi il Castello di Sorci ospita uno dei ristoranti più tipici d'Italia, molto conosciuto per i personaggi che regolarmente lo frequentano (attori di cinema, presentatori televisivi, cantanti, giornalisti, scrittori...). A tale proposito si ricorda che le sue stanze hanno fornito l’ispirazione della sceneggiatura del film Non ci resta che piangere di e con Roberto Benigni e Massimo Troisi, all’epoca ospiti del castellano di Sorci. Nelle sere estive, sotto il cielo stellato, ancora a qualcuno sembra di sentire lo sferragliante rumore dell'armatura di Baldaccio, il cui fantasma anima la vita del suo antico castello.  
La dimora signorile, posta in ottima posizione panoramica, fu voluta da Federico di Antonio Barbolani e costruita tra il 1565 e il 1582. Questa singolare villa fortificata ha una  pianta quadrata con  bastioni agli 

angoli lievemente aggettanti e torre centrale con eccezionale sviluppo in altezza. Circondata da un fossato vi si accedeva grazie a due ponti. La maggior parte degli ambienti interni hanno copertura a volta, pavimenti in cotto e portali rinascimentali in pietra. Al piano terra è posta una cappella risalente al XVIII sec. È stata oggetto di ammodernamento nel XIX sec., in occasione del matrimonio tra Carlotte Barbolani e Simone Francesco Velluti Zati duca di S. Clemente.



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Autore Fabio Montagnani
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Ultimo aggiornamento il 1 Giugno 2017
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