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Merse: un disastro annunciato!

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Le analisi dell'acqua

 

Breve storia:

· La Campiano Mineraria spa, del gruppo ENI, ha realizzato nei primi anni ’90 una discarica di rifiuti tossici e nocivi all’interno della miniera di Campiano in comune di Montieri, provincia di Grosseto, stoccandovi sia ceneri ematitiche, ricche di Arsenico e altri metalli tossici, sia fanghi di depurazione, altrettanto pericolosi con una procedura priva di supporto nella normativa statale.
· dal mese di aprile scorso, dopo cinque anni dalla chiusura della miniera e dall’interruzione del sistema di drenaggio delle acque interne (sistema che in precedenza assicurava ai rifiuti illegalmente stoccati nella miniera la possibilità di rimanervi in uno stato di relativo isolamento), è iniziato a fuoriuscire dalla miniera un corpo idrico con una portata costante di circa 18 litri/secondo, contenente metalli tossici in alta concentrazione e fuori dalle norme, immettendosi nel fiume Merse, affluente dell’Ombrone;

· la miniera di Campiano è profonda 800 metri, con circa 35 Km. di gallerie ed il volume di vuoti, che in questi ultimi cinque anni sono stati riempiti dall’acqua, ammontano a ben 1.100.000 mc.. Un altrettanto volume di acqua inquinata, è passata nelle falde idriche della zona, prima ancora di iniziare a fuoriuscire dalla sommità del corpo della miniera;

· visto che all’interno della miniera di Campiano la quantità di ceneri ematitiche sicuramente smaltite nella miniera ammontano almeno a 67.000 mc , mentre sono altre decine di migliaia di mc i fanghi di depurazione, anch’essi smaltiti illegalmente all’interno della miniera e, quindi, essendo ragionevolmente prevedibile che il fenomeno della fuoriuscita di acqua inquinata proseguirà nei prossimi mesi, minacciando l’intero bacino idrogeologico del fiume Ombrone.

· La Giunta della Regione Toscana, contrariamente a quanto stabilito dalla normativa nazionale, deliberò il 12/6/1989 con Del. n°5067 che le ceneri ematitiche prodotte dall’impianto della Nuova Solmine di Scarlino (ENI) potevano essere considerate materiali riutilizzabili per la ripiena dei vuoti di miniera, nonostante che fosse stato certificato il contrario dalle analisi correttamente elaborate e presentate sia dalle USL locali, sia da una Commissione Tecnica Regionale appositamente costituita per studiare il problema.

La Procura della Repubblica di Grosseto fece conoscere a vari enti locali, Regione Toscana e Provincia di Grosseto compresi, la reale natura dei rifiuti stoccati nella miniera, tramite nota prot. n°1447 del Distretto Minerario di Grosseto del 26 agosto 1997, che allegava i risultati analitici degli accertamenti compiuti, sia sulle ceneri ematitiche, sia sui fanghi di depurazione, senza che tale comunicazione abbia prodotto interventi di prevenzione del possibile disastro che oggi si sta manifestando;

 

 

Le foto del disastro

 



WWF Grosseto
 
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Autore Fabio Montagnani
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Ultimo aggiornamento il 1 Giugno 2017
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