I segreti della Fortezza da Basso di Firenze
                   Nelle 
                  mura un passaggio segreto... Le mura della Fortezza da Basso 
                  nascondono una galleria lunghissima e buia, che le percorre 
                  per tutto il perimetro. Un vero e proprio bunker. Abbandonata 
                  da lungo tempo, la galleria sotterranea è allagata in molti 
                  punti e, a tratti, interrotta da frane. Eppure, essa costituiva 
                  un elemento fondamentale del sistema difensivo del forte. Per 
                  questo l'abbiamo esplorata, attrezzati con stivali, torce, fari 
                  e una ricetrasmittente in caso di bisogno. Il cammino, infatti, 
                  è accidentato e pieno di tranelli, costituiti soprattutto dalle 
                  buche per lo scolo delle acque. Non mancano, poi, gli oggetti 
                  di ogni tipo -dalle bottiglie alle ferraglie- lasciati da chi 
                  passò nel cunicolo, anche durante l'ultima guerra mondiale. 
                  Per entrare abbiamo scelto un ingresso alla sinistra della "Porta 
                  alla Campagna", ora murata. Al di là del cancelletto completamente 
                  arrugginito, comincia il corridoio. Andando avanti, si trovano 
                  le troniere, cioè le postazioni dalle quali i soldati potevano 
                  battere, con tiro raso, tutta la zona dei fossati esterni. Le 
                  feritoie, rimaste intatte, erano un piccolo capolavoro di scienza 
                  militare. Molte contenevano anche tre "canali", posti in maniera 
                  obliqua, che permettevano alle lunghe spingarde di sparare secondo 
                  l'angolazione migliore. Le feritoie, inoltre, erano collegate 
                  fra loro, in modo tale che il fuoco incrociato sull'esterno 
                  risultava micidiale. In quei luoghi stretti e destinati a riempirsi 
                  del fumo provocato dagli spari, l'aria e uno spiraglio di luce 
                  arrivavano da lunghi camini costruiti in mattoni e posti a distanza 
                  quasi costante. A tratti, si individua ancora, lontanissimo, 
                  uno spicchio di cielo che spunta fra le grate e le erbacce. 
                  In basso, dove ora regnano il silenzio, l'oscurità e lo sgocciolare 
                  delle acque, non è difficile immaginare la ben diversa atmosfera 
                  nella quale si muovevano le guardie e i soldati di quattro secoli 
                  fa. Per quanto predisposto per le esigenze della guerra, quel 
                  luogo aveva una sua vita, un suo via vai rischiarato dal lume 
                  delle torce e delle lampade a olio. I costruttori avevano pensato 
                  a tutto. Anche all'evenienza che il bunker fosse invaso dai 
                  nemici. Ecco, quindi, a ogni angolo formato dall'incontro di 
                  un bastione con un baluardo, una stanzetta semicircolare, dalle 
                  cui feritoie i militari asserragliati all'interno potevano sparare 
                  su lunghi tratti di galleria. Per qualsiasi invasore non ci 
                  sarebbe stato scampo. Entrando in queste stanzette, ora piene 
                  di detriti, si può fare la prova. Basta avvicinare un faro all'imboccatura 
                  di una feritoia e guardare verso il corridoio. Compare l'interminabile 
                  serie di volte della galleria, che si perde nel buio. Lungo 
                  il percorso, che abbiamo ripreso anche dalla parte del mastio, 
                  s'incontrano alcune porticine murate. Molto probabilmente, portavano 
                  ai corridoi detti "di contromina", un nuovo tipo di difesa sperimentato 
                  dal Sangallo. Qualcuna, però, potrebbe riservare una sorpresa. 
                  La tradizione parla di un passaggio segreto per il centro della 
                  città e, da lì, per il Forte di Belvedere. In mancanza di prove, 
                  s'intende, sono solo fantasie. Ma se un giorno le prove saltassero 
                  fuori...
Nelle 
                  mura un passaggio segreto... Le mura della Fortezza da Basso 
                  nascondono una galleria lunghissima e buia, che le percorre 
                  per tutto il perimetro. Un vero e proprio bunker. Abbandonata 
                  da lungo tempo, la galleria sotterranea è allagata in molti 
                  punti e, a tratti, interrotta da frane. Eppure, essa costituiva 
                  un elemento fondamentale del sistema difensivo del forte. Per 
                  questo l'abbiamo esplorata, attrezzati con stivali, torce, fari 
                  e una ricetrasmittente in caso di bisogno. Il cammino, infatti, 
                  è accidentato e pieno di tranelli, costituiti soprattutto dalle 
                  buche per lo scolo delle acque. Non mancano, poi, gli oggetti 
                  di ogni tipo -dalle bottiglie alle ferraglie- lasciati da chi 
                  passò nel cunicolo, anche durante l'ultima guerra mondiale. 
                  Per entrare abbiamo scelto un ingresso alla sinistra della "Porta 
                  alla Campagna", ora murata. Al di là del cancelletto completamente 
                  arrugginito, comincia il corridoio. Andando avanti, si trovano 
                  le troniere, cioè le postazioni dalle quali i soldati potevano 
                  battere, con tiro raso, tutta la zona dei fossati esterni. Le 
                  feritoie, rimaste intatte, erano un piccolo capolavoro di scienza 
                  militare. Molte contenevano anche tre "canali", posti in maniera 
                  obliqua, che permettevano alle lunghe spingarde di sparare secondo 
                  l'angolazione migliore. Le feritoie, inoltre, erano collegate 
                  fra loro, in modo tale che il fuoco incrociato sull'esterno 
                  risultava micidiale. In quei luoghi stretti e destinati a riempirsi 
                  del fumo provocato dagli spari, l'aria e uno spiraglio di luce 
                  arrivavano da lunghi camini costruiti in mattoni e posti a distanza 
                  quasi costante. A tratti, si individua ancora, lontanissimo, 
                  uno spicchio di cielo che spunta fra le grate e le erbacce. 
                  In basso, dove ora regnano il silenzio, l'oscurità e lo sgocciolare 
                  delle acque, non è difficile immaginare la ben diversa atmosfera 
                  nella quale si muovevano le guardie e i soldati di quattro secoli 
                  fa. Per quanto predisposto per le esigenze della guerra, quel 
                  luogo aveva una sua vita, un suo via vai rischiarato dal lume 
                  delle torce e delle lampade a olio. I costruttori avevano pensato 
                  a tutto. Anche all'evenienza che il bunker fosse invaso dai 
                  nemici. Ecco, quindi, a ogni angolo formato dall'incontro di 
                  un bastione con un baluardo, una stanzetta semicircolare, dalle 
                  cui feritoie i militari asserragliati all'interno potevano sparare 
                  su lunghi tratti di galleria. Per qualsiasi invasore non ci 
                  sarebbe stato scampo. Entrando in queste stanzette, ora piene 
                  di detriti, si può fare la prova. Basta avvicinare un faro all'imboccatura 
                  di una feritoia e guardare verso il corridoio. Compare l'interminabile 
                  serie di volte della galleria, che si perde nel buio. Lungo 
                  il percorso, che abbiamo ripreso anche dalla parte del mastio, 
                  s'incontrano alcune porticine murate. Molto probabilmente, portavano 
                  ai corridoi detti "di contromina", un nuovo tipo di difesa sperimentato 
                  dal Sangallo. Qualcuna, però, potrebbe riservare una sorpresa. 
                  La tradizione parla di un passaggio segreto per il centro della 
                  città e, da lì, per il Forte di Belvedere. In mancanza di prove, 
                  s'intende, sono solo fantasie. Ma se un giorno le prove saltassero 
                  fuori... 
                  Vedi anche Fortezza 
                  da Basso ed il Bunker 
                  della Fortezza
                
                  
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