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IL FORMAGGIO DI FOSSA

Il formaggio di Fossa per molti decenni è stato solamente un prodotto locale, ma il suo particolare gusto lo ha reso un prodotto ricercato ed interessante tanto che per evitare imitazioni e contraffazioni ora mai diffuse, si è avvertita la necessità della costituzione di un Consorzio di Organizzazione- Promozione- Tutela. Tutto ciò è possibile attraverso l'adozione di marchi collettivi, Doc e Dop così come previsto dalle normative nazionali e comunitarie.
Le prime notizie certe sul formaggio di fossa risalgono al XV secolo quando si narra che Alfonso D'Aragona, figlio del re di Napoli, sconfitto in battaglia dai Francesi, chiese ed ottenne ospitalità presso Girolamo Riario, signore di Forlì. Nella impossibilità di essere totalmente mantenute, le truppe Aragonesi attuarono numerose scorrerie nelle campagne del circondario depredando i contadini di tutto quanto fosse stato commestibile, tanto che i poveretti furono costretti ad occultare le provvigioni di ogni genere.
Nel Novembre seguente quando i soldati fecero ritorno a Napoli, i contadini riportarono alla luce le vettovaglie nascoste nelle fosse naturali e con stupore osservarono che i formaggi avevano mutato il loro aspetto ed erano diventati particolarmente appetibili e gustosi. Più specificatamente nel caso di Sant'Agata Feltria, le fosse furono costruite nelle case patrizie ed erano destinate alla conservazione dei cibi, queste ancora intatte si presentano nella forma classica a fiasco o ad otre con dimensioni medie di cm. 260 nel diametro di base, cm. 270 di altezza e cm. 65/70 nel diametro dell'imboccatura.
Tutte quante sono state ricavate nelle abitazioni dell'attuale centro storico del capoluogo, scavando nel masso di roccia arenarica (molassa) che fungeva quale elemento di difesa naturale delle abitazioni medesime nonchè del castello.
Il rito di preparazione delle fosse avviene alcuni giorni prima dell'infossamento, bruciando paglia all'interno della fossa allo scopo di togliere umidità e di eliminare i germi che potrebbero nuocere ad una normale fermentazione e procede poi con il rivestimento delle pareti con uno strato di 10 cm. di paglia sostenuta da una impalcatura di canne poste in verticale ed interlegate orizzontalmente su cerchi di legno. Sul fondo vengono sistemate tavole di legno tanto da formare un pavimento elevato di 10 cm. sul quale graverà il contenuto di tutta la fossa e servirà soprattutto a tenere separato il formaggio dai liquidi prodotti dalla fermentazione.
A questo punto inizia l'infossamento dei formaggi: questi gia sistemati nel numero di 8/10 all'interno di sacchetti chiusi di tela di cotone, bianca di colore, adagiati uno sull'altro, leggermente costipati ad occupare tutto lo spazio disponibile fino all'imboccatura, dopodiché le fosse ormai colme vengono chiuse con coperchi di legno e sigillate lungo il perimetro del coperchio con il gesso.
Nei tre mesi di stagionatura il formaggio subisce delle trasformazioni strutturali e microbiologiche dovute ad una rifermentazione avvenuta all'interno della fossa in condizioni di umidità e temperatura ideali, perché il prodotto acquisti sapore ed aroma attraverso la maturazione caratterizzata dai processi chimico-enzimatici. Dopo 90/100 giorni le fosse vengono riaperte e dai sacchi di tela si estrae un prodotto dalle caratteristiche forme irregolari , privo di crosta, dalla pasta di consistenza dura o semidura di colore giallo-paglierino.
Questo è il formaggio di fossa dal sapore accentuato leggermente piccante e dall'inconfondibile aroma. E' necessario tuttavia precisare che allo stato attuale il prodotto non subisce in loco alcuna manipolazione, in quanto i commercianti o le stesse aziende produttrici forniscono personalmente e direttamente il formaggio già confezionato nei sacchetti ed allo stesso modo, nel momento della riapertura delle fosse il prodotto viene prelevato e trasportato sugli idonei automezzi direttamente dagli interessati.
Si deduce pertanto che il formaggio non viene mai immagazzinato nei locali contenenti le fosse , le quali una volta svuotate vengono ripulite immediatamente della paglia ( che nel frattempo ha assorbito i liquidi fuoriusciti dai sacchi) raccolta dentro normali sacchi per rifiuti domestici e smaltita attraverso la normale raccolta.


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Ultimo aggiornamento il 1 Giugno 2017
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