Girando nei Borghi Italiani

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LA RADIO PROIBITA  

di Sandra Poli

 

L'odore acre proveniente dalla saldatrice e il fumo che ne usciva gli fece storcere il naso e stringere gli occhi, mentre osservava lo stagnino interloquire con un cliente. Osservò gli oggetti presenti nella bottega annerita di carbone cercando qualcosa di valido per attaccare discorso e attendendo impaziente che l'altro cliente se ne andasse. Guardava di tanto in tanto la porta nella speranza che non venisse nessuno, poi notò con sollievo che l'altro cliente stava finendo l'acquisto. Una volta che fu uscito, si rivolse allo stagnino fissandolo dritto nello sguardo.

- Quanto vengono questi secchi? - disse.

- Dieci lire l'uno. -

- Sono buoni? -

- Certo, è un materiale resistente. -

- E… -

Si guardò alle spalle assicurandosi che nessuno stesse per entrare sotto lo sguardo interrogativo dello stagnino.

- Ce ne sono di più grandi? -

- Al momento no, ma li posso sempre fabbricare. Grandi quanto? -

Lo stagnino osservava il misterioso cliente che ora perseverava nel suo sguardo deciso, ora con aria ondivaga si guardava le spalle come se temesse qualcosa. Non udendo una risposta, lo stagnino capì che il cliente non era molto interessato ai secchi come voleva lasciar intendere.

- Cosa desiderate in particolare? - domandò con l'intenzione di sollecitarlo a parlare.

- Vengo dalla macchia profonda. -

Riconoscendo il messaggio in codice, lo stagnino accolse con gioia il partigiano.

- Mi fa piacere vederti. Ti sei comportato molto bene. Non avrei mai immaginato chi fossi. -

- Mi hanno mandato qui per prendere istruzioni. -

- Vieni di là. -

Lo stagnino lo condusse nella stanza sul retro dove potevano parlare più liberamente.

- Questa sera ci vedremo dal Sarcoli e ascolteremo la radio. Riferiscilo anche agli altri. -

- A che ora? -

- Dopo cinque minuti da quando il campanone avrà smesso di suonare. Non tardate. -

- Saremo puntuali. -

- E un'altra cosa: noi non ci siamo visti. -

Ritornarono nella bottega, dove stavano per entrare altri clienti.

- Bene, allora rimaniamo così. - disse il partigiano per sviare l'eventuale attenzione degli altri - Appena hai pronto il secchio fammelo sapere. -

- Tranquillo, la prossima settimana sarà pronto. -

Uno sguardo d'intesa concluse la conversazione e il partigiano lasciò la bottega.

 

Alle dieci il campanone cominciò a suonare con rintocchi lenti e profondi. Il suono assordante richiamava la gente del paese e anche quella delle campagne vicine a dormire. Le famiglie a veglia fuori casa presero le loro sedie e si ritirarono nel loro domicilio. A poco, a poco, il paese si svuotò lasciando spazio alla notte.

Passati cinque minuti dall'altisonante scampanata, i partigiani si ritrovarono nel luogo convenuto dove il Sarcoli stava sintonizzando la radio. Osservarono quell'aggeggio piuttosto grosso che già altre volte avevano visto, ma che ogni volta emanava miracolosamente voci e suoni piuttosto nitidi come se vi fosse un'altra persona presente.

Un lungo rullo di tamburi tetro e sordo annunciò la trasmissione:

"Qui parla Londra." - disse la radio.

Tacquero sentendo la radio proibita e più volte solo immaginata con il cuore sospeso, ma allo stesso tempo arricchito di un'esperienza che difficilmente avrebbero dimenticato. Un'interferenza rese confusa la voce della radio e non fu più possibile sentirla.

- Accidenti. - disse il Sarcoli provando a riprenderla, ma Radio Londra sembrava fuggita.

All'iniziale delusione di non poterla ascoltare subentrò l'ilarità quando intercettarono l'altra radio, altrettanto proibita.

"Radio Italia Libera. Ultime notizie".

Il timore di essere sorpresi aumentò, ma la situazione diventò ancora più eccitante. Dopo vari comunicati arrivò la notizia che attendevano:

- E' confermato per domani, 18 agosto 1943, lo sciopero in tutta la nazione in segno di protesta contro la prosecuzione della guerra. -

Si sentirono sollevati e ogni timore cessò. La notizia era confermata: il giorno dopo, da Gavorrano a Niccioleta, da Prata a Boccheggiano, sarebbe stato sciopero.

- Dobbiamo spargere la voce, - disse il Sarcoli - e subito. Lo devono sapere tutti il prima possibile. -

La mattina dopo tutti appresero dello sciopero: la voce si sparse velocemente per il paese, andò fino a Prata, a Boccheggiano per poi scendere a Gavorrano e risalire a Niccioleta. Una lunga manifestazione di minatori riempì le strade dei paesi.

 


Sandra Poli ha vinto il Premio Nazionale di Poesia e Narrativa "Giovanni Gronchi" di Pontedera arrivando terza nella sezione dei romanzi inediti con una raccolta di racconti dal titolo "Al tramonto del sole", racconti sulla Resistenza.



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